Liegi-Bastogne-Liegi, Wouter Poels più forte di tutto e tutti

L’olandese del Team Sky vince allo sprint su un generosissimo Michael Albasini (Orica GreenEdge) una difficilissima “Doyenne”, flagellata da temperature invernali, pioggia e neve, regalando così al Team Sky il primo alloro in una Classica Monumento. Tattica di gara condizionata dal meteo e dall’ultima temutissima Côte de la Rue Naniot.


La 102esima edizione della Liegi-Bastogne-Liegi rimarrà nella storia per le drammatiche condizioni meteorologiche, non troppo dissimili da quelle del 1980, in cui Bernard Hinault vinse nella tormenta di neve. L’abbigliamento tecnico odierno è ben più evoluto rispetto a quello di allora, ma i 2°C della partenza da Place Saint-Lambert non lasciavano tranquilli i corridori, anche perché le previsioni meteo segnalavano pioggia e neve in vari settori, con qualche timida occasionale schiarita.

Neve che induceva gli organizzatori a tagliare 5 km di percorso pianeggiante, dopo circa 45 km dal via, proprio a causa del manto nevoso depositatosi sull’asfalto. La lunghezza della corsa risultava così di 248 km, pur sempre tanti anche in rapporto alle temperature praticamente invernali.

Gara che ha vissuto dal km 6 su una fuga di 7 uomini: Paolo Tiralongo (Astana), Alessandro De Marchi (BMC), Pavel Brutt (Tinkoff), Nicolas Edet (Cofidis), Jeremy Roy (FDJ), Thomas De Gendt (Lotto Soudal), Cesare Benedetti (Bora-Argon 18), agganciati al km 20 da Vegard Stake Laengen (IAM Cycling). Gli otto accumulavano fino a 9’ di vantaggio, che scendeva progressivamente a 5’ quando mancavano 100 km al traguardo.

A quel punto iniziava il lavoro di inseguimento del plotone, prima da parte della Etixx-Quick Step e poi soprattutto della Movistar, che prendeva le redini della manovra. Ai -70 km il vantaggio era di 4’, quando iniziava la pioggia mista a neve. Ai -65 km il vantaggio era di 3’41”, ai -60 km era sceso a 2’30”, grazie a un allungo di Lilian Calmejane (Direct Energie) e del suo compagno Thomas Voeckler, che prendeva 25” di vantaggio sul resto del gruppo.

Ai -50 km il vantaggio era di 1’50”, Alessandro De Marchi imprimeva una sferzata e dagli otto davanti perdeva contatto Pavel Brutt, mentre accanto al friulano rimanevano solo Edet e De Gendt, con gli altri quattro leggermente attardati. Ai -40 km il vantaggio era di 1’45”, allorché il tre al comando affrontavano la Côte de La Redoute. Ai -30 km rimanevano solo De Marchi ed Edet, con un vantaggio di soli 21” sugli inseguitori, che li riprendevano ai -24 km, con la Etixx-Quick Step che dettava il ritmo, affiancata dalla Lotto Soudal.

Si arrivava dunque alla Côte de La Roche-aux-Faucons, 1.3 km all’11%, mentre il sole faceva finalmente capolino. Se in passato al selezione avveniva qui, quest’anno l’inserimento della Côte de la Rue Naniot rendeva gli animi molto più tranquilli, e il gruppo viaggiava compatto di comune accordo. A rompere gli indugi Carlos Betancur (Movistar Team), che allungava solitario ai -18 km, ma veniva ripreso tre km dopo.

Sulla Côte de Saint-Nicolas, ai -7 km, provava l’allungo Diego Rosa (Astana), portandosi appresso il russo Ilnur Zakarin (Katusha), mentre la Movistar si impegnava nell’inseguimento e i ranghi tornavano compatti ai -4 km.

La gara proseguiva convulsa ma tatticamente ingessata, in attesa delle ultime mosse sulla Côte de la Rue Naniot, dove la situazione rimaneva incertissima. Michael Albasini (Orica GreenEdge) sembrava il più pimpante e allungava deciso, ma Alberto Rui Costa (Lampre-Merida), Samuel Sanchez (BMC) e Wouter Poels (Team Sky) erano lesti a incollarsi alla sua ruota. I quattro prendevano un margine di una dozzina di secondi, e con soli 2 km al traguardo era chiaro che la vittoria avrebbe arriso a uno di loro.

Albasini si caricava sulle spalle quasi tutto il lavoro ed era il primo a svoltare nella curva a sinistra, ai -250 metri, ma Wouter Poels sceglieva il rapporto migliore, appena più agile, per vincere la volata, regolando proprio Albasini e Rui Costa, mentre Sanchez non aveva più le forze per contrastare gli avversari, chiudendo quarto.

Era dal 1988 che sul traguardo di Ans non vinceva un olandese. Allora ci riuscì Adrie Van der Poel, oggi è stata la volta di Wouter Poels, primo suo trionfo così come prima vittoria del Team Sky in una Classica Monumento.

Ordine d’arrivo

1) Wouter Poels (Ned) Team Sky
2) Michael Albasini (Swi) Orica-GreenEdge
3) Rui Alberto Faria Da Costa (Por) Lampre-Merida
4) Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team
5) Ilnur Zakarin (Rus) Team Katusha
6) Warren Barguil (Fra) Team Giant-Alpecin
7) Roman Kreuziger (Cze) Tinkoff Team
8) Joaquin Rodriguez Oliver (Spa) Team Katusha
9) Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo
10) Diego Rosa (Ita) Astana Pro Team
11) Tanel Kangert (Est) Astana Pro Team
12) Enrico Gasparotto (Ita) Wanty-Groupe Gobert
13) Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale
14) Michael Valgren (Den) Tinkoff Team
15) Patrick Konrad (Aut) Bora-Argon 18
16) Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team
17) Dylan Teuns (Bel) BMC Racing Team
18) Arnold Jeannesson (Fra) Cofidis
19) Stephen Cummings (GBr) Dimension Data
20) Lars Petter Nordhaug (Nor) Team Sky
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Alejandro Valverde (Movistar Team), grande favorito della vigilia, dopo avere orchestrato l’inseguimento Movistar agli otto fuggitivi non ha trovato più il supporto di squadra adeguato sulle ultime due côtes, e ha chiuso 16esimo, probabilmente uno dei suoi peggiori risultati di sempre nelle Classiche delle Ardenne. Ma oggi era dura per tutti, e i 46 ritirati su 200 partenti dimostrano la difficoltà che hanno dovuto fronteggiare gli atleti, da applaudire tutti, dai primo all’ultimo classificato.

Gli italiani non partivano con grandi ambizioni di vittoria. Vincenzo Nibali (Astana) era ancora imballato dai lavori che ha condotto in altura fino a domenica scorsa. Alessandro De Marchi ha vivacizzato al corsa fino ai -24 km, correndo con la solita indomita generosità e terminando a 12’53” da Poels. Paolo Tiralongo, vita da gregario, è stato protagonista della fuga iniziale ma una volta raggiunto ha preferito alzare bandiera bianca. Cesare Benedetti ha chiuso a 14’ dal vincitore. Enrico Gasparotto (Wanty-Groupe Gobert), ancora in forma Amstel, ha dato il massimo chiudendo 12esimo.

Così il migliore dei nostri è stato Diego Rosa, decimo, chiamato all’ultimo istante a questa Liegi dal DS Stefano Zanini. Bravissimo il ragazzo piemontese, ex mountain biker, all’esordio in questa difficile Classica dove, in un futuro nemmeno troppo lontano, potrebbe anche salire sul podio.


Articolo a cura di Roberto Chiappa

Foto: © TDW Sport

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