Il bilancio della spedizione ciclistica azzurra alle Olimpiadi

Le recenti prove olimpiche di ciclismo su strada e su pista, sia maschile sia femminile, ci hanno regalato molte gioie ma anche qualche piccola amarezza. Tiriamo le somme della spedizione azzurra a Tokyo.


Dopo la delusione della prova in linea che ha visto la vittoria di Richard Carapaz e di quella a cronometro che ha visto il nostro Pippo Ganna arrivare solo al quarto posto, la bandiera italiana torna finalmente a sventolare nella rassegna olimpica e il merito è di quattro ragazzi che sono riusciti nell’impresa di salire sul gradino più alto del podio nell’inseguimento a squadre su pista a distanza di 53 anni dall’ultima volta.

Per gli azzurri dell’inseguimento a squadre c’è l’oro e il record mondiale
Era dalle Olimpiadi di Città del Messico 1968 che l’Italia non saliva sul podio dell’inseguimento a squadre, con quel quartetto formato da Chemello, Roncaglia, Morbiato e Bosisio che riuscì a portarsi a casa un incredibile e inaspettato bronzo che pareva destinato a restare per sempre nella storia. Da pochi giorni, invece, l’Italia è campione olimpica nell’inseguimento a squadre e il merito è di quattro ragazzi che nel giro di cinque anni sono riusciti a passare dal sesto tempo con ripescaggio delle Olimpiadi di Rio, al primo, clamoroso, posto nelle Olimpiadi di Tokyo. Pippo Ganna, Francesco Lamon, Simone Consonni e Jonathan Milan, nella finale contro la Danimarca, sono riusciti a fermare il cronometro a 3’42”032 che vale il nuovo record del mondo. Già nella semifinale contro la Nuova Zelanda gli azzurri erano riusciti nella straordinaria impresa di piazzare il nuovo record mondiale e in pochi avevano immaginato che sarebbe riusciti a migliorare quel tempo che già sembrava un traguardo sensazionale. Grazie a una straordinario ultimo chilometro del nostro indiscusso fuoriclasse Pippo Ganna, gli azzurri sono invece riusciti a recuperare quasi un secondo di vantaggio dai danesi, mettendo anche a tacere le polemiche relative alla disparità di trattamento della giuria nell’autorizzare l’utilizzo di un top ai danesi che pochi giorni prima era stato vietato ai nostri azzurri. Ora l’attenzione del nostro Pippo Ganna è rivolta al finale di stagione e c’è enorme interesse nello scoprire se l’alfiere azzurro deciderà di prendere parte alla Vuelta, competizione in cui al 6 agosto, secondo le scommesse sportive, a quota 2,30, il favorito assoluto per la vittoria finale è il neo campione olimpico a cronometro Primož Roglič.

Dal bronzo di Viviani alla delusione della prova in linea
Al successo nella prova di inseguimento a squadre fanno da contraltare le delusioni nella prova in linea e in quella a cronometro. Soprattutto la prova a cronometro lascia l’amaro in bocca perché il nostro Pippo Ganna, che su un percorso tradizionale sarebbe stato il favorito indiscusso per la vittoria, è stato fortemente penalizzato dal percorso tortuoso predisposto dagli organizzatori che di fatto ha agevolato gli scalatori forti anche a cronometro. Nella prova in linea, invece, Nibali, Caruso, Ciccone e Bettiol non sono riusciti a tenere il passo dei migliori sulle aspre salite nipponiche e alla fine si sono dovuti accontentare di un piazzamento che non rende onore alle nostre aspettative. A ogni modo, Carapaz, van Aert e Pogačar sarebbero stati troppo forti anche se i nostri fossero stati al top della condizione e su un circuito per scalatori puri sono salite a galla tutte le carenze strutturali di questa generazione di atleti.

Sempre la pista, invece, continua a regalare gioie ai colori italiani che si consolano con il bronzo di Elia Viviani nell’Omniun. Il portabandiera azzurro, reduce dalla vittoria dell’oro alle Olimpiadi di Rio 2016, paga una prima prova opaca che l’ha costretto a una gara in rimonta culminata con un terzo posto che sa di beffa. Un’altra medaglia è poi arrivata dalla prova in linea femminile dove la nostra Elisa Longo Borghini si è confermata nuovamente una delle migliori atlete al mondo e che alla fine torna in Italia dalla spedizione olimpica con una medaglia di bronzo.

Nonostante gli scarsi risultati nelle corse di tre settimane, il movimento ciclistico azzurro guarda con ottimismo al futuro forte delle straordinarie qualità dell’uomo di punta del Team INEOS Pippo Ganna che, ancora una volta, dimostra di avere un potenziale enorme. Resta da capire se il nostro azzurro in futuro riuscirà a essere competitivo anche nei grandi giri, ma per il momento è senza ombra di dubbio il migliore del mondo nelle prove a cronometro e in pista. Urge invece un ricambio generazionale nella nostra squadra della prova in linea ma la sensazione è che ci aspetteranno altri anni complicati.


Articolo, foto e video a cura di Redazione esterna

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