CPA contro UCI e “disco dance”

Il recente infortunio di Owain Doull (Team Sky) all’Abu Dhabi Tour, a suo dire causato dal rotore disco di Marcel Kittel, ha innescato dibattiti e polemiche, e l’Associazione Ciclisti Professionisti (CPA) minaccia azioni legali contro l’UCI, che ha nuovamente concesso l’utilizzo dei freni a disco nelle gare professionistiche su strada.


Dall’inizio dell’anno, l’UCI ha deciso di introdurre nuovamente l’utilizzo dei freni a disco nelle gare su strada dei professionisti, dopo la sospensione iniziata il 15 aprile 2016 a seguito dell’infortunio di Francisco Ventoso (Movistar Team) alla Paris-Roubaix.


La Specialized S-Works Venge Disc di Marcel Kittel per l’Abu Dhabi Tour

Le acque sembravano tornate tranquille, nonostante le richieste iniziali della CPA non fossero ancora state interamente esaudite, mancando ancora l’invocata protezione dei rotori e l’omogeneità dei sistemi frenanti. Tom Boonen e Marcel Kittel (Team Quick-Step Floors) sono stati i primi a scendere in campo con le loro Specialized S-Works Venge Disc, l’uno nelle gare belghe, l’altro tra i tour di Dubai e Abu Dhabi. E proprio all’Abu Dhabi Tour si è riaperta l’aspra campagna di polemiche e dibattiti tra corridori, rappresentati dalla CPA, UCI e costruttori sull’impiego dei freni a disco.

A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato Owain Doull (Team Sky), coinvolto in una caduta di gruppo all’Abu Dhabi Tour e rialzatosi con ampie escoriazioni e un profondo taglio alla scarpa sinistra, causato a suo dire dal rotore disco di Marcel Kittel. La calzatura si trova ora al vaglio dei tecnici fi’zi:k, casa produttrice, per stabilire con certezza se un rotore disco può causare un taglio del genere alla tomaia, provocando anche ferite lacero-contuse all’arto.

Personalmente crediamo che un rotore disco non possa tagliare in quel modo una tomaia, per quanto sottile essa sia. Se osserviamo bene, la tomaia è abrasa in corrispondenza del taglio, lo si nota anche dall’alone brunito, come se avesse urtato un grande oggetto metallico (forse una transenna). Fatto sta che le parole di Doull hanno sortito l’effetto di un petardo gettato in un polveriera, e che all’indomani del fatto il buon Kittel è tornato a utilizzare i tradizionali freni caliper, onde evitare ulteriori guai.

Tra i professionisti serpeggia parecchio malcontento circa l’introduzione dei freni a disco. Adam Hansen (Team Lotto Soudal), Chris Froome (Team Sky) e Nairo Quintana (Movistar Team) sono tra coloro che ritengono inutili i dischi, poiché le prestazioni degli attuali freni caliper sono più che soddisfacenti, e non esiste alcuna necessità di adottare un sistema frenante più pesante, meno aerodinamico e più pericoloso come quello a disco. Sarà, ma le Case spingono forte questa soluzione e l’UCI l’ha reintrodotta dall’inizio dell’anno, pur senza attendere una serie di test riguardanti la validazione dell’intero sistema frenante, comprendente anche un ipotizzato carter protettivo.

L’Associazione Ciclisti Professionisti, presieduta da Gianni Bugno, invoca misure di sicurezza certe, minacciando azioni legali contro l’UCI se non le adotterà e se non ascolterà le richieste dei corridori. La CPA chiedeva di avere rotori perfettamente circolari, privi dunque di bordi taglienti, di avere un carter protettivo sui rotori e di stabilire misure omogenee dei sistemi frenanti, evitando commistioni tra caliper e dischi. Di queste tre richieste, solo la prima è stata esaudita prima della reintroduzione dei dischi su strada tra i professionisti. Segno evidente di come l’UCI subisca l’influenza dei costruttori. La CPA rivendica la totale sicurezza dei corridori, e ogni altro infortunio occorso a un corridore a causa dei freni a disco sarà motivo di procedimento legale contro l’UCI. Il dibattito è destinato ad avere ancora lunghi strascichi.


Articolo a cura di Roberto Chiappa

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