Velon, favorevoli e contrari

La nascita del consorzio Velon formato da 11 squadre UCI World Tour, ha immediatamente suscitato reazioni contrastanti nella sfera manageriale del ciclismo professionistico. Chi si schiera contro e chi a favore di questo nuovo progetto.


Velon_logo

Non c’è dubbio che l’annuncio della creazione di Velon abbia agitato parecchio le acque dell’universo ciclistico World Tour. Dei 17 team aventi massima licenza, hanno aderito in 11 (Belkin Pro Cycling, BMC Racing, Garmin-Sharp, Lampre-Merida, Lotto-Belisol, Omega Pharma–Quick Step, Orica-GreenEDGE, Team Giant-Shimano, Team Sky, Tinkoff-Saxo e Trek Factory Racing), mentre 6 si sono chiamati fuori (AG2r La Mondiale, Astana, Europcar, FDJ.fr, Katusha e Movistar).

L’UCI non ha ancora preso una posizione ufficiale a riguardo, mentre alcuni personaggi e dirigenti dei team hanno già fatto sapere la loro opinione circa questa neonata lega.

Pollice verso di Jean-René Bernaudeau, team manager Europcar, secondo cui la nascita di un consorzio porterà sicuramente squilibri e dissidi interni al World Tour. Dello stesso avviso un altro team manager, che però ha preferito non esporsi personalmente, sostenendo che tutti i tentativi effettuati in passato per governare diversamente il ciclismo sono miseramente falliti.

Graham Bartlett, amministratore delegato di Velon, è ovviamente un fervente sostenitore dell’iniziativa, giudicandola come propedeutica al dialogo tra le parti, promuovendo sinergie che accrescerebbero il valore del prodotto in sé.

L’edizione online del quotidiano francese L’Équipe ha dedicato a Velon una pagina web, dipingendo il consorzio come un tentativo di accrescere il potere dei team manager. La versione cartacea ha invece trattato la questione con un più sobrio paragrafo.

In casa nostra, la Gazzetta dello Sport ha stampato una intera pagina del quotidiano rosa, celebrando Velon come un avvenimento progressista e quasi necessario, visti i tempi attuali. A tamburo battente anche Mauro Vegni, direttore del Giro d’Italia, che ha definito Velon come una corretta operazione di marketing dai positivi risvolti commerciali, che se ben amministrata e condotta porterà un consistente valore aggiunto al mondo del ciclismo professionistico. In particolare, Vegni elogia l’utilizzo della tecnologia, cavallo di battaglia Velon, attraverso la quale offrire una copertura mediatica pressoché totale degli eventi, come avviene oggigiorno in altri sport quali il calcio, la Formula 1, e così via.

L’obiettivo dichiarato di Velon è mostrare le innumerevoli altre facce del ciclismo professionistico, mettendo i corridori al centro dell’attenzione, coinvolgendoli maggiormente nella redazione dei calendari gare e nella stesura delle regole. Se così fosse, sarebbe indubbiamente un bel colpo di pedale in avanti per tutto l’ambiente.

– Sito web ufficiale Velon


Articolo a cura di Roberto Chiappa

Foto: © Bettini photo

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