Milano-Sanremo, il sigillo di Kristoff

Per la prima volta la Classicissima è firmata da un norvegese. Alexander Kristoff (Team Katusha) batte nettamente allo sprint Fabian Cancellara (Trek Factory Racing) e Ben Swift (Team Sky), in una giornata freddissima e piovosa per gran parte della gara.


La partenza della 105° Milano-Sanremo, con il trasferimento iniziale verso Via Chiesa Rossa

E’ sempre la Classicissima di Primavera, ma sono già due edizioni che la Primavera è assente dal palcoscenico della Milano-Sanremo. Sei gradi centigradi a Novi Ligure (AL), pioggia e grandine sul Turchino. Sette corridori in fuga, dal km 24, anche dalle nubi minacciose che inseguivano il gruppo, nubi che dalla semplice minaccia passavano poi alle vie di fatto, aprendo le cateratte del cielo. I “magnifici sette”, che hanno animato la fase centrale della corsa, erano Parrinello (Androni), Boem (Bardiani), Tjallingii (Belkin), Haas (Garmin), Bono (Lampre), Barta (NetApp) e Demaar (Unitedhealthcare).
All’altezza di Savona, il vantaggio dei fuggitivi era di 6’53”, ma la pioggia inclemente fiaccava progressivamente la resistenza della carovana. Si stacca prima Boem, colto dai crampi, poi a Pietra Ligure (SV) era la volta di Haas ad arrendersi, quindi ad Albenga (SV) si fermava anche Parrinello.

La Sanremo ha i suoi “punti chiave”. Su Capo Berta si capisce se un corridore è da battaglia oppure da compagnia. Chi non ha più le gambe, perde terreno già lì. Sulla Cipressa si vede chi ha voglia di rischiare. Sul Poggio, anzi giù dal Poggio, chi ha i numeri per giocarsi la volata finale.
La Sanremo è sempre dura, perché pur non presentando difficoltà tecniche di percorso viene disputata a ritmi elevatissimi, con gli ultimi 40 km da farsi alla soglia, affidandosi alle poche energie residue. Che spesso non bastano.

Su Capo Berta avveniva la prima selezione del “gruppone” inseguitore, che si divideva in due tronconi, mentre Barta perdeva terreno dagli altri battistrada e compagni di fuga Tjallingii, Demaar e Bono. A Imperia il loro vantaggio era di soli 2’46”. Sentenza già scritta. Nel frattempo, però, smetteva di piovere.
La Cipressa si apriva con una sontuosa rasoiata di Alessandro De Marchi (Cannondale) che andava a riassorbire un ormai stanco Demaar e scremava il gruppo in una trentina di elementi. Un generosissimo Vincenzo Nibali (Astana) rispondeva in salita all’attacco, mulinando ferocemente il 53 e passando a velocità supersonica i due rimasti al comando, cioè Tjallingii e Bono.
Nibali impartiva lezioni di guida su una discesa bagnatissima, andando a mettere 47” di vantaggio tra lui e gli avversari. Ma il rettilineo dell’Aurelia, ai -20 km, non è amico dei corridori solitari. Così l’azione dello “squalo dello Stretto” era vanificata ai piedi del Poggio, ai -10 km, proprio quando John Degenkolb (Team Giant-Shimano) rimaneva appiedato da una foratura, retrocedendo in coda al gruppo e conseguentemente costretto a una forsennata rimonta.


Il gruppo mentre sta per riprendere Vincenzo Nibali sul Poggio

Sul Poggio si assisteva alla solita serie di scatti e contro-scatti, allunghi e riprese. La prima mossa era di Gregory Rast (Trek) ed Enrico Battaglin (Bardiani CSF), ma poi ricucivano Philippe Gilbert (BMC) e Daniele Bennati (Tinkoff-Saxo). Giù dalla discesa del Poggio, ai -2 km, usciva allo scoperto ma senza troppa convinzione Sonny Colbrelli (Bardiani CSF), che infatti veniva impallinato senza tanti complimenti dagli inseguitori.
Il rettilineo finale era dunque passerella per i velocisti. Mark Cavendish (Omega Pharma-Quick-Step), autore di un’ottima prova fino a quel momento. Fabian Cancellara (Trek) tatticamente esemplare nel non concedere possibilità agli avversari. Peter Sagan (Cannondale) fin troppo coperto e a dire il vero un po’ appannato. Sacha Modolo (Lampre-Merida) intelligente a non giocare in anticipo le sue carte. Gerald Ciolek (MTN-Qhubeka) vincitore l’anno scorso e perciò temutissimo.

Invece da centro gruppo emergeva il norvegese Alexander Kristoff (Team Katusha), con un’azione di forza contro la quale nulla potevano Cancellara e Ben Swift (Team Sky). Per Cancellara si trattava della terza piazza d’onore qui alla Sanremo, dopo quelle del 2011 e 2012, oltre al terzo posto del 2013 e alla splendida vittoria del 2008. Prima vittoria di spessore in carriera, invece, per Alexander Kristoff, magistralmente trainato per tutta la gara e poi lanciato dal compagno di squadra Luca Paolini, gregario di lusso che oggi avrebbero voluto avere in molti al proprio fianco.

Classifica
1) Alexander Kristoff (Nor) Team Katusha in 6:55:56
2) Fabian Cancellara (Swi) Trek Factory Racing
3) Ben Swift (GBr) Team Sky
4) Juan Jose Lobato Del Valle (Spa) Movistar Team
5) Mark Cavendish (GBr) Omega Pharma-Quick-Step Cycling Team
6) Sonny Colbrelli (Ita) Bardiani-CSF
7) Zdenek Stybar (Cze) Omega Pharma-Quick-Step Cycling Team
8) Sacha Modolo (Ita) Lampre-Merida
9) Gerald Ciolek (Ger) MTN-Qhubeka
10) Peter Sagan (Svk) Cannondale


Articolo a cura di Roberto Chiappa

Foto: Bettini photo

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