La prima Vuelta di Fabio Aru

Da un biennio stabilmente protagonista dei Grandi Giri, il 25enne Fabio Aru (Team Astana) ha conquistato meritatamente la 70esima edizione della Vuelta a España, grazie a una grande regolarità e costanza di rendimento, culminata con l’attacco a sorpresa nella penultima tappa che gli ha consentito di sigillare la vittoria.


Una Vuelta a España iniziata un po’ così per Fabio Aru, con una caduta di gruppo alla seconda tappa e l’Astana privata di due alfieri al termine della medesima. Paolo Tiralongo coinvolto nel mucchio selvaggio e poi costretto al ritiro al via della terza frazione, e Vincenzo Nibali squalificato in modo forse troppo zelante dalla giuria di gara, probabilmente spalleggiata dall’UCI che non nutre molta simpatia nei confronti della squadra kazaka.

Il “tamburino sardo”, però, è un ragazzo che ha stoffa sopraffina e testa dura, due caratteristiche indispensabili per emergere dal gruppo, in bicicletta come nella vita. Sempre alla ricerca della vittoria di tappa laddove il profilo altimetrico lo consentiva, in questa Vuelta Aru ha dato il massimo delle proprie possibilità, soffrendo un po’ soltanto nel finale della 15esima frazione, vinta da Joaquim Rodriguez (Team Katusha). Per il resto, ha dato sfoggio di ottime prestazioni soprattutto, logicamente, in salita.

Pur non portando a casa alcun successo parziale come l’anno scorso, quando vinse due tappe, Fabio Aru ha legittimato il successo finale in virtù di un elevato rendimento attraverso le tre settimane di gara. Sempre a ridossi dei primi, scippato del successo nell’11esima tappa dal team-mate Mikel Landa (che ha già firmato per il 2016 con il Team Sky), Aru ha indossato per sette giorni la maglia rossa di leader. Cinque consecutivi, dalla 12esima alla 16esima, e l’ultimo nella giornata decisiva, al termine della 20esima tappa che precedeva la passerella finale verso Madrid.

Sei giorni in maglia rossa come l’olandese Tom Dumoulin (Team Giant-Alpecin), che tuttavia non ha nulla da rimproverarsi. Partito tra gli outsider, ha navigato sempre nelle zone alte della classifica, prendendo più volte la leadership della Generale. Purtroppo per lui, il veemente attacco mossogli dall’Astana nella penultima frazione gli è stato fatale. Ma l’olandese volante ha dato spettacolo nella cronometro, dove ha impartito a tutti lezioni di guida e stile, ha vinto la nona tappa e si è difeso brillantemente in tutte le altre, trovandosi però privo di copertura dei suoi gregari proprio all’ultimo ostacolo. Si è comunque dimostrato un valido e leale avversario di Fabio Aru.

Classifica Generale

1) Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team
2) Joaquim Rodríguez (Spa) Team Katusha
3) Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo
4) Nairo Quintana (Col) Movistar Team
5) Johan Esteban Chaves (Col) Orica GreenEdge
6) Tom Dumoulin (Ned) Team Giant-Alpecin
7) Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team
8) Mikel Nieve (Spa) Team Sky
9) Daniel Moreno (Spa) Team Katusha
10) Louis Meintjes (RSA) MTN-Qhubeka
85.36.13
00.00.57
00.01.09
00.01.42
00.03.10
00.03.46
00.06.47
00.07.06
00.07.12
00.10.26

— Curiosità —

Questa 70esima edizione della Vuelta ha visto alternarsi in maglia rossa soltanto quattro corridori. Oltre ai già citati Aru e Dumoulin, il colombiano Esteban Chaves (Team Orica GreenEdge) l’ha messa e tolta per sei volte, mentre Joaquim Rodriguez l’ha conquistata alla 15esima tappa per poi passarla in quella seguente a Dumoulin.

Il vecchio “Purito” Rodriguez forse sperava in qualcosa di più da questa Vuelta, ma la sua negativa prestazione contro le lancette della crono individuale l’hanno fatto accomodare sul gradino d’onore, ma con la maglia verde di leader della Classifica a Punti. Per lui, quinto podio ai Grandi Giri, senza mai vincerne uno.

L’australiano Adam Hansen (Team Lotto Soudal) è riuscito nell’impresa di concludere il suo 13esimo Grande Giro consecutivo, record assoluto che migliora il primato dello spagnolo Bernardo Ruiz, che resisteva dal 1950, negli anni in cui però la Vuelta durava due settimane anziché tre, come avviene attualmente. Per l’ultima frazione di gara, Hansen ha attaccato sotto alla sella una pallina bianca e rossa con il numero 13, anche per ricordare il compagno di squadra Kris Boeckmans, caduto rovinosamente nell’ottava tappa e tenuto in coma farmacologico fino a due giorni fa causa lacerazione polmonare. Per il belga, fortunatamente, nessuna lesione cerebrale.

Per Fabio Aru si aprono dunque le porte del successo in un Grande Giro, in vista di un futuro per lui decisamente roseo. Il sardo sembra ricalcare le orme del team-mate Vincenzo Nibali, il cui primo Grande Giro vinto fu proprio la Vuelta a España nel 2010. Fabio Aru raggiunge così altri cinque italiani vincitori della Vuelta: Angelo Conterno (1956), Felice Gimondi (1968), Giovanni Battaglin (1981), Marco Giovannetti (1990) e come detto sopra Vincenzo Nibali (2010).

Aru ha voluto celebrare la vittoria pedalando l’ultima tappa con una bici dalla livrea rossa con scritte oro e la dicitura Fabio Aru: 2015 Vuelta champion.

Tutti i tifosi, e gli italiani in genere, vorrebbero vedere Fabio Aru al via del Giro d’Italia 2016 (6-29 maggio), la cui presentazione ufficiale è prevista per lunedi 5 ottobre. Ma i piani dell’Astana potrebbero dirottare le prestazioni del “tamburino sardo” verso gli Champs-Élysées.


Articolo a cura di Roberto Chiappa

Foto: © Bettini Photo – © Getty Images – © TDW Sport

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