Selle short fit tra estetica e prestazioni

Provando alcuni modelli di selle “corte”, chiamate “short fit”, i nostri tester hanno espresso pareri difformi riguardanti sia il miglioramento prestazionale, tanto decantato dalle aziende produttrici, sia il fattore estetico, valutazione questa puramente soggettiva e pertanto indiscutibile.


La nuova generazione di selle “short fit”, o più semplicemente “corte”, per utilizzare un termine in voga tra i ciclisti che incontriamo durante i nostri test, suscita negli appassionati due domande. La prima riguarda i miglioramenti prestazionali che si possono ottenere. La seconda è relativa al lato estetico della propria bicicletta, cioè in quale misura una sella corta cambia l’aspetto del mezzo.

Alla prima domanda cerchiamo di rispondere nei nostri test specifici riguardanti le selle. Possiamo dire che un piccolo miglioramento prestazionale, se esiste, è un fattore puramente soggettivo, non supportato da inconfutabili rilevazioni scientifiche universalmente accolte. Da una sella short fit ne traggono beneficio quei ciclisti che sono soliti spostarsi lungo tutto lo scafo, sfruttandone la punta smussata soprattutto nei tratti in salita e negli sprint, anche se l’utilizzo di questo tipo di sella non può trasformare un amatore in un fenomeno. Di sicuro una sella short fit rende più agevole l’entrata e l’uscita di sella, poiché la punta corta evita di interferire con l’interno coscia.

Altro vantaggio delle selle short fit, che è anche il motivo per cui sono nate, è la possibilità di inclinare meglio e più facilmente il busto in avanti. Sembra un dettaglio ma, per chi si avvicina o supera la soglia dei vent’anni, per gamba, compensare la minore flessibilità della spina dorsale semplicemente adottando una sella corta di ultima generazione permette di stringere il manubrio, da corsa o da ciclocross o gravel, in presa bassa mantenendo più rilassati i muscoli lombari. In questo modo si possono reclutare soltanto le unità motorie necessarie per spingere sui pedali, risparmiando qualche energia. Nel mountain biking agevola ogni movimento del corpo, specialmente in discesa. Ecco perché le selle short fit sono molto utilizzate nelle discipline “gravity”.

Per rispondere alla seconda domanda, riguardante l’estetica della bici, abbiamo realizzato una serie di immagini con quattro selle diverse. La prima è un modello tradizionale e serve da riferimento visivo. Le altre sono dedicate a tre tipologie di ciclista, da chi ama le lunghe distanze a chi predilige la velocità.

In tutte le foto abbiamo usato la medesima bicicletta, senza variare la posizione della sella. Altezza, distanza sella/manubrio e inclinazione sono identiche e corrette per il tester che ha utilizzato la bicicletta. Tutte le selle adottano il medesimo carrello in versione kit carbonio e, come si può vedere dalle foto, sono realizzate dallo stesso produttore.

L’estetica è un fattore molto importante nella scelta della sella, componente che però deve rispettare importanti criteri di biomeccanica. Selle inadatte alla misura ischio-crurale dell’atleta comportano dolori e affaticamento, rendendo inefficace il gesto della pedalata. E in quei casi anche le selle short fit, al pari di tutte le altre, non possono fare miracoli.


Articolo a cura di Roberto Chiappa e Sergio Doria

Foto: © Tech-Cycling (Sergio Doria)

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