Justin Leov, diario di gara da Rotorua

Il forte endurista neozelandese Justin Leov racconta le proprie emozioni e i propri impegni di questa sua seconda stagione nell’Enduro World Series, il mondiale MTB Enduro. Primo round il 28 Marzo a Rotorua (NZL), dove Justin giocava praticamente in casa. Il suo diario e le splendide immagini realizzate da Ale Di Lullo.

Rotorua. Muratore o Enduro racer… spingere sempre al massimo!
(testo a cura di Justin Leov)

Ho sempre pensato che il periodo infra-stagionale sia troppo breve ma quest’anno è praticamente volato, con una casa da costruire e una prima manche EWS nel mese di marzo!

Dopo una stagione 2014 ricca di emozioni, la pausa di infra-stagione era veramente la benvenuta. Con mia moglie Tory e mio figlio Luca avevamo previsto di lasciare Christchurch e di trasferirci a Natale nella nostra casa in costruzione a Blenheim, dove sono cresciuto. I lavori erano già in uno stato avanzato ma c’era comunque ancora molto da fare e per molte settimane martello e trapano avrebbero sostituito bici e powermeter!

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Inoltre il mio obiettivo era anche recuperare fisicamente. Con l’aiuto del mio preparatore e dello staff medico degli All Blacks, ho lavorato per riprendermi dagli infortuni che mi trascinavo dalla fine della stagione passata. Molto presto è tornato il momento di rimettersi in sella, Rotorua si avvicinava e io dovevo rimboccarmi le maniche!

Ero riuscito a seguire un buon programma d’allenamento ma una lesione al polpaccio dopo una brutta caduta, a poche settimane da Rotorua, minacciava di rimettere tutto in questione. Ero costretto a tralasciare le corse di preparazione e a concentrarmi sulle sedute di fisioterapia. Il genere di problema di cui avrei volentieri fatto a meno, ma anche il genere di imprevisti che succedono nel nostro sport e a cui sono ormai abituato.

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In previsione della prova di Rotorua ho deciso di correre con la mia 29er e di passare a un’estensione della forcella di 160 mm contro i 150 dello scorso anno. Sfortunatamente ho saputo che il mio amico Jared Graves è stato costretto a lasciare a causa di un infortunio. È sempre una delusione quando uno dei candidati alla vittoria non può gareggiare. Mi dispiaceva per lui, ma la partita è solo rimandata, fratello!

La mattina della gara ero davvero emozionato. Per la prima volta l’EWS faceva tappa “a casa mia”, in Nuova Zelanda, e mia moglie e mio figlio erano lì a fare il tifo per me.

Le prime Speciali erano le più complicate e pericolose. Prevedevo quindi di scendere con prudenza e di non correre inutili rischi all’inizio della prova. Più facile a dirsi che a farsi.

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La mia prima run è stata tutto tranne che pacata. L’ho terminata con un 4° tempo, che mi ha lasciato piuttosto sorpreso. Il trasferimento seguente era breve e ho iniziato la Speciale 2 spingendo al massimo, contraddicendo i miei buoni propositi del mattino. Avevo veramente un buon feeling in sella, confermato dal risultato: miglior tempo! Essere costanti è il modo migliore di ottenere un buon risultato finale e quindi mi sono impegnato a non fare errori gravi. Le sensazioni erano buone e ho superato le Speciali 3 e 4 senza intoppi. La Speciale 5 era complicata, breve ma piena di radici subdole. Nei giri di ricognizione l’avevo superata correttamente ma in gara la fortuna mi ha abbandonato e una brutta caduta mi ha fatto perdere tempo prezioso. Almeno ne uscivo solo con qualche graffio. Avevo scelto di correre con un casco integrale e non me ne sono pentito! Ripristinavo i comandi dei freni. Una volta rimessa in posizione la mia maschera, una visione eccellente è indispensabile in uno sport come l’Enduro, ho finalmente potuto terminare la Speciale.

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Mi rimanevano due Speciali per recuperare il ritardo accumulato. La sesta era un percorso tipo downhill che ho dominato bene. L’ultima Speciale era un bel mix, molto tecnico nella parte alta ma di seguito molto più DH. Era trasmessa in diretta TV e terminava davanti al pubblico dei Crankworx, aggiungendo ancora un po’ di pressione alla corsa.

Mi sono lanciato con foga ma la realtà del terreno mi ha rapidamente ricordato di essere prudente. Ho superato la prima parte senza problemi con una run molto pulita, prima di cimentarmi con la parte DH del percorso. Nel frattempo le tacchette dei pedali automatici si erano allentate ma era troppo tardi per intervenire in qualsiasi modo. Mi sono preso qualche bello spavento e ho dovuto rinunciare a saltare il gap finale per non ritrovarmi io da un capo e la bici dall’altro. Sono arrivato 3° a quest’ultima Speciale e 4° nella classifica generale, un secondo dietro Wyn Masters, che ha così inaugurato il suo primo podio EWS.

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Ancora una volta la competizione ha raggiunto un livello incredibilmente alto. Una battaglia a colpi di secondi su un terreno molto esigente. Farcela era di per sé un successo e quindi sono molto contento del mio risultato.

Vi aspetto in Irlanda per la seconda manche!

www.enduroworldseries.com


Impaginazione e grafica: Roberto Chiappa

Testo: © Justin Leov
Foto: © Ale Di Lullo

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