Tour de France, il bilancio dopo le tappe britanniche

L’entusiasmo dello Yorkshire, la potenza devastante di Kittel, l’amaro “flop” di Cavendish, le due maglie di Sagan, il 17esimo Tour consecutivo di Jens Voigt, la maglia gialla del nostro (bravissimo) Vincenzo Nibali.

Tre tappe del Tour de France in terra inglese, precisamente nella regione dello Yorkshire. Leeds-Harrogate, York-Sheffield, Cambridge-London. Tre frazioni che, sulla carta, sarebbero potute apparire poco interessanti, sia per lo svolgimento tattico sia per la classifica generale. E invece si sono rivelate tutte molto combattute, avvincenti, entusiasmanti per la cornice di pubblico, degna di uno stadio calcistico grande però quanto l’intero percorso di tappa. E il risultato, scaturito sul campo, è la splendida maglia gialla sulle spalle del nostro Vincenzo Nibali (Astana). Proviamo a delineare una sintetica analisi di quanto emerso fin qui.

Il pubblico. Pensavamo di avere visto abbastanza in Irlanda, sulle strade del giro d’Italia. Invece gli spettatori dei tre giorni dello Yorkshire hanno offerto uno spettacolo senza pari, forse addirittura superiore a quanto si vede in Belgio in occasione del Giro delle Fiandre. Veramente sorprendente. Per ospitare la partenza del Tour, lo Yorkshire ha speso 10 milioni di sterline (pari a 13 milioni di euro), ma si calcola che l’indotto generato da questa scelta – diritti TV, merchandising, alberghi, ristoranti ed esercizi commerciali – ammonti a 120 milioni di euro. Un ritorno superiore di quasi 10 volte all’investimento. Il Tour viene sempre salutato dai Paesi attraversati come una festa, un momento celebrativo. Oggi Londra si è fermata, per tributare ai corridori i meritati onori. Quasi fosse una cerimonia nuziale, alla quale prender parte con immensa gioia. Lungo tutto il percorso di tappa, si sono stimati circa 7 milioni di spettatori. C’è da domandarsi come mai all’estero una gara ciclistica è vista come una splendida occasione di aggregazione sociale, mentre da noi rappresenta più che altro una seccatura (burocrazia, permessi, modifiche alla viabilità stradale).

Marcel Kittel (Team Giant-Shimano). Due tappe conquistate, anzi dominate, di forza e con forza. La prima, ad Harrogate, e la terza, davanti a Buckingham Palace. Quest’ultima, un capolavoro di potenza. Peter Sagan, a ruota del “panzer” tedesco, non ha nemmeno avuto la possibilità di mettere il naso fuori dal finestrino, da tanto era veloce Kittel. Impressionante. Gli altri, tutti dietro.

Mark Cavendish (Team Omega Pharma-Quick Step). Avrebbe dovuto essere il Tour di “Cannonball”, con le tappe inglesi su misura per gli uomini-jet. Invece una manovra “sporca” di Cavendish ai danni di Simon Gerrans (Team Orica GreenEdge) ai 400 metri dalla finish-line di Harrogate ne ha provocato la caduta. Cav si è trovato con una lussazione alla clavicola destra e una elongazione dei legamenti dell’acromion. Per lui, il traguardo è stato anche l’ultimo di questo suo Tour.

Peter Sagan (Team Cannondale). Lo slovacco è giunto al Tour per tentare il tris nella maglia verde, quella della classifica a punti, da lui vinta nelle ultime due edizioni. E’ un bel Sagan, sempre protagonista in queste tre frazioni inglesi, nelle quali ha sfiorato il successo pieno. Meriterebbe una vittoria di tappa. Si consola con la leadership nella classifica a punti e in quella di miglior giovane. La maglia verde e quella bianca sembrano già avere trovato il padrone.

Jens Voigt (Trek Factory Racing). Quasi quarantatre anni e l’entusiasmo di un ragazzino. Diciassette Tour de France consecutivi, record al pari di George Hincapie e Stuart O’Grady. E la maglia pois conquistata nella prima tappa, con tre GPM vinti. Forse si ritirerà a fine stagione. Noi ci auguriamo di no. Perché il ciclismo ha sempre un gran bisogno di professionisti del suo calibro.

Vincenzo Nibali (Team Astana). La piacevole sorpresa di questo 101esimo Tour de France. Sorpresa non perché Nibali non fosse tra i favoriti (lo avevamo inserito in terza posizione, dopo Contador e Froome), ma per la perentorietà con la quale ha conquistato la maglia gialla. Ben piazzato nella prima frazione, nella seconda ha lanciato una stoccata a 1.8 km da Sheffield, contro tutti e anche contro il vento, tagliando il traguardo con un vantaggio minimo ma pur sempre sufficiente ad agguantare la testa della classifica. Nel nostro articolo di preambolo sul Tour, avevamo espresso una ipotesi tattica che avrebbe potuto avvantaggiare Nibali, cioè l’assalto anticipato alla Classifica Generale. Probabilmente l’anticipo è eccessivo, i conti in classifica si faranno sulle montagne. Intanto, però, lo “Squalo dello Stretto” si gode meritatamente la maglia gialla, che un italiano non indossava dal 2009, quando Rinaldo Nocentini la tenne per nove giorni. E di questi tempi, per l’Italia del pedale, è grasso che cola.

Domani il Tour entrerà in terra natia, con la quarta tappa dalla spiaggia de “Le Touquet” alla città di Lille. Il profilo altimetrico è perfetto per le ruote veloci, e Marcel Kittel non dovrebbe avere grossi problemi nel portare a casa il suo terzo successo.

Classifiche del Tour de France.


Articolo a cura di Roberto Chiappa

Foto: TDWSport, AFP Photo, Bettini photo

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