Motorini nelle bici? I professionisti replicano

L’ACCPI ha preso le difese dei corridori professionisti, denunciando le numerose illazioni pubblicate dagli organi di stampa inerenti al presunto utilizzo di “motorini” interni al telaio della bici da corsa di alcuni atleti. La stessa ACCPI ha chiesto l’apertura di una indagine per verificare l’esistenza del fenomeno. Comunicato Stampa.


Professionisti

In occasione della 78a Assemblea ACCPI, alla vigilia del Campionato Italiano in linea maschile e femminile, il Consiglio Direttivo dell’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani ha comunicato la decisione di sporgere denuncia contro ignoti in seguito ai numerosi articoli apparsi sulla stampa riguardanti la problematica dei “motorini”.

L’iniziativa voluta dal presidente ACCPI Cristian Salvato e sostenuta da Gianni Bugno, numero 1 del sindacato internazionale di categoria (CPA) è stata assunta per fugare ogni dubbio. L’allarme di un possibile uso inappropriato e vietato della tecnologia preoccupa gli stessi corridori, impegnati in prima persona a fare il vuoto attorno a chi ancora oggi pensa di vincere barando. Essendo plausibile una frode sportiva, l’Assocorridori denuncia il problema affinchè si indaghi per verificare se effettivamente in gruppo c’è chi si sta assumendo questo grave rischio o meno.

Cristian_Salvato

Così il presidente ACCPI Cristian Salvato spiega la presa di posizione: «Nonostante la discussione sull’utilizzo di bici a motore in gare della massima categoria mi sembra fantascienza, le tante voci con cui mi sono confrontato anche durante il recente Giro d’Italia mi hanno spinto a muovermi in questo senso. Come associazione non crediamo che qualcuno stia usando effettivamente questi fantomatici motorini, ruote magiche, movimenti centrali o mozzi che possono aiutare la prestazione, ma per evitare sospetti i corridori hanno deciso di passare al controattacco. Noi per primi ci stiamo dando da fare per trovare qualsiasi scorrettezza e smascherarla. Tutti ne parlano, ma nessuno ha mai visto una bici uguale a quelle di cui sono dotate le squadre professionistiche, conosciamo tutti le bici elettriche a pedalata assistita, ma nessuno è stato in grado di mostrarmi un mezzo che fosse replica perfetta di quello usato dai team professionistici, anzi invito chiunque sappia qualcosa ad aiutarci nella nostra ricerca della verità. C’è bisogno di chiarezza per evitare sterili polemiche. Bisogna stabilire quanto prima se in corsa c’è chi tenta di fare il “furbo” e mettere a tacere definitivamente questa polemica che danneggia l’intero movimento ciclistico. C’è chi ancora si ostina a pensare e volere un ciclismo omertoso e buio, ma l’aria è cambiata, sono per primi i corridori a chiedere che venga scoperto e allontanato il cretino di turno che insiste nel delinquere. E noi dobbiamo essere ancora più uniti, in questo senso la partecipazione all’ultima assemblea è molto incoraggiante».


Impaginazione e grafica: Roberto Chiappa

Testo: © www.accpi.it (Ufficio Stampa)
Foto: © Luca Bettini (BettiniPhoto)

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