Bianchi Aria e-Road

Analisi tecnica e test stagionale per questa nuova bici da corsa a pedalata assistita, motorizzata Ebikemotion X35 V.2 nel mozzo posteriore e dotata di batteria integrata da 250Wh. Telaio aerodinamico, geometrie racing ma confortevoli ed erogazione propulsiva ne fanno un mezzo divertente e performante.


Con la Aria e-Road, Bianchi ha voluto creare una bici a pedalata assistita le cui caratteristiche fossero molto vicine a una bici da corsa tradizionale. Una bici che mantenesse il più possibile inalterata l’esperienza di guida della “sorella” stradale Aria disc.

I progettisti sono partiti dal telaio aero tradizionale, l’Aria disc, lasciandolo strutturalmente quasi inalterato, con la sola eccezione del trave obliquo al cui interno risiede la batteria. Il propulsore elettrico dell’Aria e-Road è alloggiato all’interno del voluminoso mozzo della ruota posteriore, scelta progettuale obbligata per evitare stravolgimenti telaistici e semplificare la trasmissione, mantenendo al tempo stesso una linea estetica molto simile alle bici tradizionali.

Il motore elettrico X35 V.2 è prodotto da Ebikemotion, una società spagnola che dal 2015 ha iniziato a dedicarsi alla progettazione, sviluppo e produzione di motori elettrici per biciclette. La ragione sociale è Mahle Ebikemotion SLU e fa capo a Mahle Nagares, la costola spagnola di Mahle Gmbh, il colosso tedesco con sede a Stoccarda che vanta un’ampia esperienza nei motori endotermici ed elettrici.

Scheda Tecnica
Telaio: Aria e-Road carbonio, compatibile con trasmissioni meccaniche/elettroniche, tubo sterzo a diametro differenziato 1.4″-1.1/8″, collarino reggisella integrato, forcellini full carbon, attacco disco “Flat Mount”, battuta posteriore 142 mm, trasmissione interna con sistema IPD (Inner Power Drive)
Forcella: Bianchi Full Carbon Disc 1.4″-1.1/8″, asse passante 12×100 mm
Serie sterzo: FSA Orbit C-33, 1.1/8″-1.1/4″
Piega manubrio: Reparto Corse Aero Compact, lega di alluminio 6061, larghezza 420 mm, diametro centrale 31.8 mm, reach 74 mm, drop 116 mm
Attacco manubrio: Reparto Corse, lega di allumino 6061, forgiato 3D, inclinazione -8°, lunghezza 110 mm, diametro collarino 31.8 mm
Nastro manubrio: La Spirale ribbon cork
Comandi cambio e leve: Shimano Ultegra ST-R8020 2×11 vel.
Freni: Shimano BR-R8070 a disco idraulico, pinze “Flat Mount”, rotori da 160 mm
Movimento centrale: Shimano SM-BB72-41B Press Fit 86.5×41 mm
Deragliatore: Shimano Ultegra FD-R8000
Cambio: Shimano Ultegra RD-R8000 GS 11 vel.
Guarnitura: Shimano Ultegra FC-R8000, corone 52-36, pedivelle 172.5 mm
Catena: Shimano Ultegra CN-HG701-11, 11 vel.
Pignoni: Shimano 105 CS-R7000, 11 velocità, scalati 11-32
Reggisella: Aria Full Carbon Aero, lunghezza fusto 350 mm, morsetto testa reversibile +/- 35 mm
Sella: Selle Royal Seta S1, carrello acciaio, 278×144 mm
Ruote: Vision Trimax 30 Alloy Disc, profilo 30 mm, mozzo posteriore Ebikemotion motor unit M1
Coperture: Vittoria Rubino 3C in graphene, copertoncino per camera d’aria, 700x28c
Portaborraccia: Elite Paron Race
Motore: Ebikemotion X35 V.2, potenza 250W, coppia 40 Nm, alloggiato nel mozzo posteriore, tre livelli di erogazione gestibili dal comando iWOC One integrato nel trave superiore, interfaccia tramite App per smartphone (optional)
Batteria: Panasonic integrata nel trave obliquo, ioni di litio e manganese, 36V 250Wh in propulsione e trasmissione
Misure disponibili: 47-50-53-55-57-59-61
Colori disponibili: celeste Bianchi/nero lucido
Peso rilevato: 11.96 kg (misura telaio 57, senza pedali ma con portaborraccia)
Prezzo di listino: 4.790 euro

TELAIO E FORCELLA
A prima vista, la Bianchi Aria e-Road non sembra affatto essere una bici elettrica. L’unità motrice è nascosta nel mozzo posteriore, celata lateralmente dal rotore disco e dal pacco pignoni. La batteria è inserita nel tubo obliquo del telaio.

Le geometrie sono speculari alla Bianchi Aria tradizionale. I progettisti hanno fatto uno splendido lavoro per mantenere immutate le caratteristiche di guida della versione ordinaria, integrando nel mozzo posteriore il motore elettrico e i vincoli che solitamente esso comporta, come le maggiori forze applicate al carro posteriore in flessione e torsione, peso e ingombro della batteria, passaggi cavi elettrici, porta di ricarica batteria e vano di accesso ad essa, sotto alla scatola del movimento centrale. Il risultato è un telaio rigido nella trasmissione della potenza ma anche discretamente confortevole, con una buona guidabilità. Le quote geometriche collocano l’Aria e-Road tra il racing e l’endurance, offrendo un buon compromesso tra prestazioni e cicloturismo veloce.

La forcella è tutta in carbonio, con tubo sterzo a diametro differenziato 1.4”-1.1/8” e attacco disco Flat Mount. Evidente anche qui l’ispirazione telaistica improntata all’aerodinamica. Elegante e funzionale il passaggio nel fodero sinistro della tubazione del freno a disco.

MOTORE E BATTERIA
Il motore della Bianchi Aria e-Road è un Ebikemotion X35 V.2 alloggiato nel mozzo posteriore oversize da 100 mm. Con un peso dichiarato di 2.1 kg, eroga una potenza di 250W alla ruota e una coppia massima di 40 Nm, consentendo di raggiungere la velocità massima di 25 km/h imposta dal nostro Codice della Strada. Logicamente oltre questa soglia il motore si disinnesta automaticamente, così come nel momento in cui si frena o si smette di pedalare.

Il cuore del sistema è il sensore di pedalata PAS Sensor. Montato internamente al forcellino destro del carro posteriore, rileva il movimento della ruota e, grazie a un algoritmo brevettato, offre un ingaggio molto dolce e la possibilità, a motore spento, di avere una bici convenzionale.

L’interazione con il ciclista avviene unicamente attraverso il comando iWOK One integrato nel trave orizzontale del telaio. Si tratta di un pulsante dotato di luce led RGB che cambia colore a ogni pressione esercitata, comunicando al ciclista il grado di assistenza inserito e il livello di carica della batteria tra i 3 previsti: Eco (luce verde, assistenza al 30% della potenza), Comfort (luce arancio, assistenza al 60%) e Power (luce rossa, assistenza 100%).

Per attivare il motore, anche mentre si pedala, è sufficiente premere per 2” il comando iWOK One. L’accensione non innesca alcun livello di assistenza, per la quale occorre un doppio click sul comando, cosa che va ad attivare in prima istanza la modalità Eco. Il sistema comunica sempre attraverso segnali luminosi il livello di carica della batteria: luce bianca significa batteria tra l’80% e il 100%, luce verde tra il 50% e l’80%, luce arancio tra il 25% e il 50%, luce rossa tra il 25% e il 5%, luce rossa intermittente significa che rimane ben poca carica a disposizione, e in questo caso l’unico livello di assistenza selezionabile è l’Eco, che avrà comunque durata molto breve.

Il passaggio da un livello all’altro di assistenza è circolare a senso unico, quindi per tornare indietro di un livello occorre avanzare di due (se per esempio si desiderasse tornare dal livello Power al Comfort è necessario passare dalla modalità Eco). Per la gestione di motore e batteria è prevista anche una specifica App per smartphone (iOS e Android), che richiede l’inserimento dei dati personali.

La batteria da 36V e 250Wh, costituita da celle Panasonic, pesa 1.4 kg, è larga solo 40 mm ed è posizionata nel tubo obliquo insieme alla centralina di controllo del motore. La batteria è ricaricabile esclusivamente con il trasformatore in dotazione, attraverso la porta di ricarica, posta sopra al movimento centrale, dotata di copertura resistente alle intemperie. Una ricarica completa avviene in poco meno di 4 ore. Durante questa fase, la luce del comando iWOK One lampeggia, passando progressivamente da un colore a un altro finché non raggiunge il bianco stabile, segno di carica totale. Bianchi dichiara un’autonomia di percorrenza in grado di coprire 1.200 metri di dislivello. Volendo aumentarla, è possibile collegare una seconda batteria esterna Xtra Power da 250Wh (optional) da posizionare nel portaborraccia situato sul tubo piantone.

COMPONENTISTICA
La trasmissione Shimano Ultegra è una sicurezza, cambio e deragliatore sono sempre rapidi e precisi. La scelta di montare una guarnitura semi-compact 52-36 accoppiata a un pacco pignoni 11-32 è perfetta per le andature che permette di tenere la Aria e-Road, soprattutto in salita.

L’impianto frenante a disco idraulico Shimano BR-R8070 è in grado di fermare i quasi 12 kg della bici in ogni situazione, benché l’inerzia delle ruote riduca un po’ la potenza di picco, rendendo comunque la frenata più omogenea e modulabile.

Le ruote sono dimensionate per resistere alle sollecitazioni imposte dal motore e dal maggior peso della bici. Sorprendono per il loro peso complessivo di 5.061 grammi, dei quali 3.724 relativi alla ruota posteriore e 1.337 per quella anteriore. In realtà, nude e crude, le Vision Trimax 30 Disc hanno un peso dichiarato di 1.590 grammi, più che ragionevole per un wheelset in alluminio destinato a discipline come il ciclocross o il gravel. Al loro peso originario occorre però aggiungere il motore, i rotori disco con la viteria, le camere d’aria e i copertoncini.

La ruota posteriore è fissata al telaio mediante due dadi a testa esagonale da 8 mm, per allentare i quali occorre una brugola. Il cavetto di connessione al tra motore e telaio è invece protetto da un carter in materiale plastico, fissato nella parte inferiore del fodero sinistro del carro con tre viti a testa esagonale da 3 mm, e anche in questo caso occorre una brugola per svitarle. Va dunque considerato che nel malaugurato caso in cui si incappasse in una foratura dello pneumatico posteriore, le operazioni di smontaggio e montaggio non sono così immediate.

I copertoncini Vittoria Rubino G+ da 28 mm uniscono le qualità del grafene alle generose dimensioni, per garantire una buona tenuta anche su asfalto bagnato. Ottima la loro scorrevolezza e molto buono il loro assorbimento delle asperità del terreno, soprattutto grazie al volume d’aria che riescono a contenere.

Il reggisella in carbonio segue le forme aerodinamiche del tubo sella del telaio. Il morsetto è situato nella parte terminale del trave orizzontale del telaio, in prossimità con l’intersezione del tubo sella. La testa del reggisella è reversibile, consentendo un offset di +/- 35 mm.

Manubrio Aero Compact e attacco in alluminio sono marchiati Reparto Corse, nulla di leggerissimo ma pur sempre componenti dalla buona ergonomia.

La sella di serie, una Selle Royal Seta S1, si è dimostrata confortevole anche sulle lunghe percorrenze. La sua copertura facilita l’aderenza dei bibshorts, consentendo un buon controllo della bici in tutte le situazioni.

Graduatoria
Ogni prodotto sottoposto al nostro test riceve un giudizio sui vari aspetti funzionali oggettivamente determinabili. Estetica e prezzo non vengono considerati, in quanto ritenuti parametri frutto di valutazioni strettamente soggettive.
Questa la nostra scala dei valori.

Identikit
In ordine alfabetico le principali caratteristiche, con la nostra valutazione scaturita dalla prova.

• Assorbimento asperità
• Autonomia di percorrenza (batteria singola di serie)
• Comfort
• Direzionalità I° (mantenimento traiettoria, stabilità)
• Direzionalità II° (rapidità nel cambio di traiettoria, maneggevolezza)
• Equilibrio ciclistico
• Erogazione motore
• Finiture (telaio, componenti)
• Forcella (rigidità, precisione, prestazioni globali)
• Rigidità laterale telaio (rigidità torsionale)
• Smorzamento vibrazioni
• Tolleranza verticale telaio (“compliance”)











La nostra prova
Abbiamo pedalato con la Bianchi Aria e-Road da fine gennaio ai primi di marzo, percorrendo le strade della Brianza collinare, sui percorsi teatro di gare come Il Lombardia e la Coppa Agostoni, mettendola alla prova anche su salite di un certo impegno come quella della Valcava, lunga 15 km con pendenze che arrivano al 16%.

Nei tratti pianeggianti, l’aiuto del motore è circoscritto alle prime pedalate occorrenti per vincere l’inerzia delle masse rotanti. Durante i nostri test abbiamo provato solo una volta ad avvalerci di una propulsione elettrica iniziale, con la quale si raggiungono ben presto i 25 km/h, soglia di disinnesto del sistema.

Dato che la Aria e-Road può essere pedalata a motore spento come una bicicletta tradizionale, consigliamo di risparmiare la batteria per i tratti ascendenti, unica situazione nella quale si avverte la necessità di una spinta suppletiva. In pianura, infatti, anche a motore spento non si percepiscono sostanziali differenze con le bici ordinarie. Anche la maneggevolezza è buona, i cambi di direzione non sono immediati come avviene sulle bici racing ma rimangono entro valori soddisfacenti.

Vinto il momento d’inerzia, l’Aria e-Road procede speditamente, il peso delle ruote contribuisce a mantenere buone velocità di crociera, assorbendo molto bene le eventuali sconnessioni del fondo stradale. Piccolo svantaggio un certo evidente rallentamento della bici quando si smette di pedalare, causa peso complessivo e attrito dei copertoncini da 28 mm.

Se il motore in pianura serve a poco, in discesa non occorre affatto. L’ottima ciclistica del progetto Aria emerge pienamente anche in queste situazioni. Il peso complessivo della bicicletta e la larga impronta a terra garantita dagli pneumatici conferiscono all’Aria e-Road una notevole stabilità, cosa che infonde sicurezza di guida. Ottime le performance della forcella, dimostratasi sempre molto precisa e solida.

Il comportamento dell’Aria e-Road in curva è decisamente diverso da una specialissima tradizionale e richiede una certa attenzione iniziale, anche se bastano poche manovre per abituarsi. Il peso del motore sulla ruota posteriore tende a spingere un pochino la bici verso l’esterno delle traiettorie, nelle curve veloci ma soprattutto nei repentini cambi di direzione. L’inerzia delle ruote necessita di frenate più incisive e talvolta anticipate, ma l’impianto idraulico a disco Ultegra si è rivelato sempre all’altezza.

Il piacere di condurre una bicicletta a pedalata assistita emerge pienamente nei tratti ascendenti. L’innesto del motore Ebikemotion X35 V.2 avviene dolcemente, al pari del disinserimento, la sua silenziosità è molto buona, il modesto ronzio è avvertibile soltanto in assenza di rumori esterni. Sensibile alle rpm, questo propulsore dà il meglio di sé quando si pedala con velocità superiori ai 15 km/h. Occorre dunque scegliere un rapporto che consenta di mantenere frequenze di pedalata superiori alle 80 rpm. Sotto tale soglia il motore lavora ugualmente ma in leggera sottocoppia, costringendo il ciclista ad aumentare lo sforzo. Bianchi quantifica l’aiuto del motore in un 40% di forza in meno da parte del ciclista, che potrà quindi risparmiare energia per raggiungere i GPM, pedalando dunque più a lungo.

Le tre modalità di erogazione (Eco, Comfort e Power) non sono molte su un propulsore elettrico ma lavorano egregiamente, la spinta è nitida e ben ripartita. La modalità Eco è già di per sé sufficiente ad alleviare le fatiche nelle salite più lunghe e con pendenze massime del 10%, oltre le quali si può ricorrere alle altre due modalità per superare felicemente anche i “muri” più ostici. Ovviamente il consumo della batteria cambia in ragione della modalità scelta. I 1.200 metri di dislivello superabili dichiarati da Bianchi con una carica si riferiscono alla modalità di erogazione Power. E infatti, avendola noi provata così, ci siamo ritrovati a superare 400 metri di dislivello divorando 1/3 di batteria. Utilizzando invece prevalentemente la modalità Eco, alternandola solo occasionalmente alla Comfort e alla Power, siamo riusciti a superare 1.960 metri di dislivello. Riteniamo che l’uso esclusivo della prima modalità di erogazione possa consentire di arrivare a 2.200 metri di dislivello, un risultato buono e migliorabile utilizzando anche la batteria Xtra Power, anch’essa da 250Wh come quella di serie. Un kg e mezzo in più, ma raddoppio dell’autonomia di percorrenza.

Come smontare la ruota posteriore
Per resistere al peso del motore e alla coppia generata dal medesimo, la ruota posteriore della Bianchi Aria e-Road non è dotata del tradizionale sistema di sgancio rapido, né di un perno passante. Per avere un accoppiamento solido tra motore e telaio il bloccaggio avviene mediante due classici dadi.

Smontare la ruota posteriore è un’operazione semplice, alla portata di tutti, ma non così intuitiva come potrebbe sembrare. Oltre a staccare la ruota dal telaio bisogna scollegare il motore dalla batteria e dal sistema di comando remoto, operazione che richiede un’attrezzatura minimale ma necessaria.

Attrezzatura base
• Chiave esagonale da 8 mm (peso 56 gr.)
• Chiave esagonale da 3 mm (peso 7 gr.)
• Un paio di guanti in lattice (optional, ma evitano di sporcarsi le mani)

Il connettore che collega la batteria al motore è posizionato nella parte inferiore del fodero basso di sinistra, poco prima della pinza freno posteriore. E’ nascosto alla vista da un carter in plastica di colore nero. Il carter è fissato al telaio con tre piccole viti a testa esagonale incassata.

Le operazioni
1. Capovolgere la bici e appoggiarla a terra sulla sella e sui comandi (meglio adagiare su un panno o fazzoletto di carta i punti di contatto della bici con il terreno)
2. Svitare le piccole viti da 3 mm (attenzione a non perderle)
3. Togliere il carter nero
4. Staccare il connettore tirando nella direzione del cavo. Non tirare il cavo pena il distacco dei fili interni. Non muovere il connettore a destra e sinistra, si rovinano i fori di connessione
5. Capovolgere la bici riportandola nella posizione normale
6. Allentare i dadi di bloccaggio della ruota posteriore e sfilare la stessa

Per rimontare la ruota prestare attenzione alla forma del perno e della rondella, entrambi sono sagomati per combaciare con la forma del forcellino.

Quando inserite la ruota, la parte filettata del perno deve guardare verso l’alto mentre la parte spianata deve essere perpendicolare al terreno.

Il dentino presente sulla rondella deve posizionarsi sotto al perno ed entrare nel forcellino.

A questo punto potete stringere i dadi alternando i lati fino al bloccaggio definitivo.

— FOTOGALLERY —


– Sito web Bianchi


Articolo a cura di Roberto Chiappa e Sergio Doria

Foto: © Tech-Cycling (Sergio Doria)

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