Nino Schurter, “Hunt for Glory” capitolo 12

Nino Schurter è il N.1 al mondo nel Cross Country non per caso. I suoi feedback, per Scott, sono fondamentali per migliorare tutti i prodotti, in primo luogo le mountain bike. In questo episodio lo vediamo impegnato nei test dei prototipi Scale e Spark, portati poi in gara ad Albstadt (D) nella prova di World Cup XCO.


Scott è sulla breccia del mountain biking da oltre un ventennio, e non c’è titolo che non sia riuscita a conquistare con i suoi atleti, dalla World Cup ai Mondiali alle medaglie olimpiche. La continua ricerca del miglioramento e dell’innalzamento dei propri limiti creano l’ispirazione per disegnare e realizzare i nuovi prodotti.

Quando si progetta una nuova bici, il processo che va dal disegno iniziale alle prime fasi di test dura anni. Per le racing bikes, il primo passo è la consulenza offerta dagli atleti dei team ufficiali. Quando il disegno dei prototipi è pronto e approvato dal reparto R&D, inizia il processo realizzativo. I test di laboratorio forniscono i riscontri riguardanti la rigidità e la risposta meccanica del telaio alle sollecitazioni. Solo quando si raggiungono i risultati attesi, si passa alla fase di test vero e proprio suoi sentieri, curata agli atleti. Il passaggio in produzione, però, a questo punto è ancora lontano.

Il contributo allo sviluppo delle MTB Scott dato dal Team Scott-Odlo, con il plurititolato campione Nino Schurter, è in assoluto tra i migliori di cui si possa disporre. La collaborazione con il Team avviene già in fase di design, dove vengono considerati anche i più piccoli dettagli. Con le gare XCO sempre più tecniche e impegnative, i rider necessitano migliori prestazioni tecniche ma anche maggiore comfort.


L’attuale risultato Scott è rappresentato dalle nuove Scale e Spark, che sintetizzano le necessità dei professionisti MTB. Le due mountain bike sono le più leggere e le più rigide della propria categoria, unitamente a una migliore cinematica delle sospensioni. La Scale ha una geometria racing rivista grazie alla tecnologia SDS2, mentre la Spark ha una nuova piattaforma di sospensione posteriore. Entrambe sono logicamente concepite per vincere le prove di World Cup.

La nuova generazione di Scott Scale e Spark si avvale della strategia costruttiva denominata “Racing Concept”, o più semplicemente RC. La collezione RC comprende solo le bici Scott più leggere e performanti. Con i suoi 849 grammi, il telaio Scale RC 700 SL diventa il riferimento per la categoria MTB front suspended. La full suspended Spark ferma invece l’ago della bilancia sui 1.749 grammi, incluso ammortizzatore posteriore e viteria. Tutti i modelli di mountain bike Scott RC sono ottimizzati per la trasmissione monocorona 1x, e hanno forcellini posteriori adatti al nuovo standard “Boost”. La gamma RC è composta da 34 modelli espressamente dedicati alle competizioni, con ruote da 27.5” e 29”, con escursione 100 mm sia per la forcella sia per l’ammortizzatore.

”La nuova Scale non è solo incredibilmente leggera, ma riesce ad essere veramente confortevole nel triangolo posteriore, cosa molto importante quando si affrontano discese tecniche.” – afferma Nino Schurter”Mi permette di risparmiare preziose energie sia in salita sia in discesa. La geometria è notevolmente migliorata, ora c’è maggiore confidenza con l’avantreno grazie a una posizione di guida più centrale, ed è più agile nel misto stretto in virtù dei foderi del carro posteriore più corti”.

”La nuova Spark è un concentrato di tecnologia orientata alle competizioni.” – prosegue Nino Schurter”Sorprendentemente leggera e rigida, ha una resa alla pedalata del tutto simile a una hardtail, l’efficienza della pedalata è migliorata sensibilmente rispetto al modello precedente. E’ più compatta e più maneggevole, e ha un rendimento cinematico della sospensione che mi piace moltissimo. La bicicletta è più sensibile nella prima parte di escursione, ma diventa più progressiva dal punto di sag in avanti, veramente perfetta per il Cross Country”.


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Articolo a cura di Roberto Chiappa

Foto: © Jochen Haar – © Armin M. Küstenbrück – © Martin Bissig

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