UCI, professionisti e freni a disco: via libera alle prove

Dal 1 gennaio 2016 i team professionistici potranno utilizzare bici da corsa equipaggiate da freni a disco. Shimano e Sram sono già pronti, Campagnolo ancora no, ma lo sarà presto. Situazione iniziale mista tra disco e caliper, perno passate e quick-release. Vedremo come sarà gestita la situazione dell’assistenza e dei cambi ruota.


E’ di venerdi 27 novembre il comunicato ufficiale UCI che sdogana di fatto la sperimentazione dei freni a disco su strada nelle corse professionistiche, sia uomini sia donne. Ciò significa che le squadre possono decidere liberamente se montare sulle bici dei propri corridori freni a disco oppure tradizionali freni caliper.

Questa fase sperimentale – che segue quella promossa dall’UCI nell’agosto e settembre di quest’anno, lasciando liberi i team di gareggiare con i freni a disco in due competizioni a scelta – mira a raccogliere il maggior numero di elementi finalizzati a giudicare la bontà di questa soluzione tecnica, con l’obiettivo di liberalizzarli definitivamente nel 2017.

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Nel maggio 2014, noi di Tech-Cycling avevamo già espresso il nostro parere riguardante l’introduzione dei freni a disco su strada, valutandone ciò che potrebbero essere i pro e i contro, tuttora in essere. Rispetto a 18 mesi fa, c’è da dire che Shimano ha introdotto uno standard di fissaggio delle pinze, il Flat Mount, brevetto che essendo privo di copyright è stato adottato anche da Sram.

Ai due main competitor del Mercato dovrebbe aggiungersi presto anche Campagnolo, che nel primo trimestre del 2016 dovrebbe presentare ufficialmente il proprio impianto frenante a disco idraulico, con la speranza di vederlo in gara già dalle Classiche del Nord. Al momento non si hanno ulteriori indiscrezioni dalla Casa vicentina.

L’anno prossimo vedremo dunque come verrà gestita in gara la commistione tra freni a disco e freni caliper, con problematici cambi ruota e assistenza meccanica differenziata tra le due tipologie di biciclette. Con l’auspicio di avere rotori disco tutti di identico diametro, perché diversamente i problemi di assistenza si complicherebbero ulteriormente. Appianati questi piccoli aspetti tecnici, i dischi saranno pronti per dominare la scena, con grande giubilo delle Case costruttrici di biciclette e di componentistica.


Articolo a cura di Roberto Chiappa

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