Bianchi, passione celeste per la Roubaix

Splendida fotogallery di tutte le biciclette Bianchi utilizzate alla Paris-Roubaix nel corso della storia da campioni come Franco Ballerini, Johan Museeuw, Magnus Backstedt, Juan Antonio Flecha e Sep Vanmarcke. Molte le soluzioni mutuate dalla mountain bike, che hanno originato specialissime stradali assolutamente uniche.

Nel corso dei suoi 130 anni di storia, Bianchi ha sempre creduto nello sviluppo tecnologico, proponendo soluzioni innovative e invenzioni assolutamente originali, alcune rimaste uniche. E’ il caso di questi mezzi utilizzati per la Paris-Roubaix, della quale si disputa domani la 113esima edizione. Dalla bicicletta Bianchi biammortizzata per i Bersaglieri, alla Infinito CV di Sep Vanmarcke. Ecco a voi alcune immagini e i dettagli tecnici di questi autentici capolavori tecnologici nati per domare il pavé.


1913 – Bianchi per i Bersaglieri
Pur non essendo stata progettata per le competizioni, la prima bici full-suspended al Mondo è stata realizzata da Bianchi all’inizio del secolo scorso. Era il 1913, e questa era la bici in dotazione al corpo dei Bersaglieri. Il telaio era dotato di due snodi pieghevoli, collocati sul trave obliquo e sull’orizzontale. Sospensioni a elastomeri. Ruota anteriore dotata di un abbozzo di quick-release.

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1993 – Franco Ballerini
L’indimenticato “Ballero” ha disputato 13 Roubaix, vincendone due (1995 e 1998) e arrivando secondo per soli 8 millimetri dietro a Gilbert Duclos-Lassalle nel 1993, proprio in sella a questa Bianchi, con telaio in acciaio saldato a TIG e speciale attacco manubrio ammortizzato, prodotto dall’azienda torinese 3T, dotato di un pistone interno con molla elicoidale e olio, come gli ammortizzatori delle MTB da downhill.

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1994 – Johan Museeuw
Il belga Johan Museeuw, vincitore della Roubaix nel 1996, 2000 e 2002, disputò la Paris-Roubaix del 1994 con questa Bianchi in alluminio, biammortizzata, con forcella Rock Shox SL a elastomeri e ammortizzatore posteriore Spring a molla e olio, regolabile solo nel precarico. Da notare i freni posteriori, cantilever da mountain bike Shimano XTR, azionati da una speciale camma. Anche la serie sterzo era Shimano XTR, giudicata più robusta e più adatta a resistere alle sollecitazioni del Pavé. Oltre a Shimano, anche Spring era uno sponsor tecnico del Team MTB Bianchi Martini Racing, nel quale militavano all’epoca Dario Acquaroli, Nadia De Negri e Maria Paola Turcutto, un terzetto che raramente falliva il podio delle competizioni alle quali prendeva parte.

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1994-1995
Bianchi affronta questo biennio della Paris-Roubaix con un telaio in acciaio saldato a TIG e una inedita forcella dotata di ammortizzatore a elastomeri sul cannotto. Una soluzione simile alla forcella MTB Cannondale “Fatty”, che però aveva l’unità ammortizzante interna al tubo sterzo. Su questa Bianchi, invece, l’ammortizzatore è situato sopra agli steli ma sotto al tubo sterzo. Per compensare la maggiore altezza dello sterzo, si rendeva pertanto necessario adottare un attacco manubrio dalla forte inclinazione negativa.

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1996 – Team Gewiss-Playbus
Una Bianchi biammortizzata in titanio per i top-rider del Team Gewiss-Playbus. Il triangolo anteriore del telaio era in titanio Columbus, mentre il carro posteriore era in alluminio, anch’esso Columbus, saldato e imbullonato al fulcro situato sopra alla scatola del movimento centrale. La forcella era una Rock Shox SL a elastomeri, utilizzata per le trekking-bikes e dunque priva di perni di fissaggio dei cantilever. L’ammortizzatore posteriore era uno Spring molla-olio regolabile sia nel precarico sia nell’estensione, con una speciale levetta sul trave orizzontale che serviva per bloccarlo, inibendone l’escursione nei settori più filanti della Paris-Roubaix. La bici rappresentata qui in foto è quella con cui ha corso Dario Bottaro.

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2004 – Magnus Backstedt
Niente più sospensioni, ma materiali in grado di dissipare le vibrazioni e assorbire gli urti, grazie anche a geometrie concepite specificatamente per questo tipo di gare. La svedese Magnus Backstedt ha vinto la Paris-Roubaix 2004 con questa Bianchi in titanio, con tubazioni Dedacciai e forcella in carbonio. Ruote Campagolo Eurus, trasmissione Campagnolo Record carbon 10 speed, reggisella anch’esso in carbonio, sella fi’zi:k Arione con scafo “wing flex”.

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2013 – arriva la Infinito CV
Il carbonio si è già affermato ormai da qualche anno nell’ambito telaistico. Bianchi però realizza una delle più sorprendenti e performanti biciclette per i terreni sconnessi, la Infinito CV, il cui telaio è dotato dello speciale materiale viscoelastico Countervail®, capace di eliminare fino all’80% delle vibrazioni. La bicicletta è utilizzata in gara alla Parigi-Roubaix da Juan Antonio Flecha (Team Vacansoleil-DCM) che definisce la Infinito CV come “la mia migliore bicicletta di sempre”.

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2014 – Infinito CV del Team Belkin
Introdotto l’anno precedente, la Bianchi Infinito CV raccoglie consensi e dichiarazioni d’amore da parte dei professionisti, che sulle tormentate strade della Roubaix trovano conforto nel mirabile telaio dotato di Countervail® (qui il nostro test della Infinito CV). Con questa bici lo specialista del pavé Sep Vanmarcke, dopo il terzo posto centrato al Fiandre, termina la Paris-Roubaix al quarto posto. Nello stesso anno, il compagno di squadra Lars Boom domina la quinta tappa del Tour de France sugli stessi settori in pavé che caratterizzano la storia della Paris-Roubaix.

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Lars Boom (Team Belkin)

Lars Boom (Team Belkin)


2015 – Sep Vanmarcke
Il 26enne belga Sep Vanmarcke (Team LottoNL-Jumbo) corre da inizio stagione con la Bianchi Infinito CV, da lui preferita. In occasione del Giro delle Fiandre abbiamo avuto modo di vedere nei dettagli la nuova livrea della sua Infinito CV, personalizzata in base alle sue direttive grafiche (qui la presentazione). Anche alla Paris-Roubaix di domani, 12 Aprile, Vanmarcke porterà in gara questa particolare realizzazione della Infinito CV. Ci auguriamo, e gli auguriamo, di fotografarla nuovamente sul podio di Roubaix.

Sep Vanmarcke al Giro delle Fiandre

Sep Vanmarcke al Giro delle Fiandre

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Articolo a cura di Roberto Chiappa

Foto: © Ufficio Stampa Bianchi (www.vitesseonline.it)

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