Tinkoff-Saxo, il video della spedizione sul Kilimanjaro

Impegnata nel “team building” d’inizio stagione, l’intera squadra Tinkoff-Saxo è reduce dalla conquista del Kilimanjaro, il celebre vulcano ormai quiescente che con i suoi 5.895 metri è il monte più alto del continente africano. Ecco il video di 17’ pubblicato da Alberto Contador sul suo canale YouTube.


Il “team building” è una pratica piuttosto diffusa tra le squadre professionistiche. Un raduno di inizio stagione, ma senza bicicletta al seguito. Una esperienza fisica e spirituale, un momento di aggregazione e condivisione di sofferenza, fatica e gioia. La Tinkoff-Saxo di Biaren Riis ha scelto di portare l’intera sua truppa di 72 elementi – sia corridori sia staff tecnico – sulle vetta del Kilimanjaro. Divisi in 7 squadre da una decina di persone, i componenti hanno ricevuto assistenza da personale locale, sherpa e medici specializzati. Ogni squadra era seguita da un capo spedizione più due vice, alcuni medici che controllavano la pressione non meno di due volte al giorno, e uno sherpa a testa addetto al trasporto del materiale, mentre ogni componente portava uno zaino da una ventina di chili con l’attrezzatura da montagna. In totale, una spedizione di circa 300 persone.

Dei 72 elementi Tinkoff-Saxo partiti la sera di sabato 1 novembre, ne sono giunti in cima 52, all’alba di giovedi 6 novembre. Nei primi due giorni, caratterizzati da molta pioggia e freddo intenso (a detta dei locali il tempo peggiore degli ultimi dieci anni) i componenti hanno effettuato sia salita sia discesa, per riposare meglio e ridurre gli effetti dell’altura. Alimentazione, quella tipica dei campi in montagna: pasta, riso, pollo, pane, the, caffè in polvere.

Il primo a conquistare la vetta, logicamente, era il Re degli Scalatori, Alberto Contador, seguito dal giovane danese Michael Valgren Andersen. Ma tra gli altri hanno centrato il bersaglio anche Peter Sagan, Michael Rogers e il nostro Ivan Basso.

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Questa la dichiarazione di Contador, una volta rientrato in Europa: “E’ stata una esperienza nuova in cui tutta la squadra è stata unita, dividendo momenti buoni e altri realmente complicati. Il tempo non ci ha aiutato, nei primi tre giorni ha piovuto moltissimo. I nostri vestiti non avevano il tempo di asciugarci. Sì, il peggio all’inizio è stata la pioggia. Ma la prova del fuoco è stata arrivare l’ultimo giorno dai 4.600 metri dell’ultimo accampamento ai 5.895 metri del Picco Uhuru, che abbiamo raggiunto nonostante un po’ di neve e il forte vento. L’altura l’ho assorbita tutto sommato abbastanza bene, solo intorno ai 5.400 metri ho avuto qualche problema di stomaco. Alcuni dello staff sono stati male e hanno dovuto rinunciare, ma parte del nostro scopo era questo, affrontare situazioni che avrebbero compattato il gruppo. Ora devo recuperare e tornare a concentrarmi sulla bici perché il 2015 sarà la stagione più esigente per me, perché dovrò affrontare Giro e Tour”.

– Sito web Tinkoff-Saxo


Articolo a cura di Roberto Chiappa

Foto: © Tinkoff-Saxo

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