Vuelta a España, Froome riapre la storia, Contador la chiude

Primo inglese a vincere la Vuelta, primo dopo 39 anni a firmare l’accoppiata con il Tour de France (l’ultimo fu Bernard Hinault nel 1978), Chris Froome non ha praticamente avuto avversari in grado di impensierirlo. Analizziamo le ragioni del suo successo. Alberto Contador si congeda dando spettacolo sull’Angliru.


La 72esima edizione della Vuelta a España si presentava come una delle più impegnative, non solo per i 3.324 km ma anche per il caldo delle prime settimane e per i nomi altisonanti al via, benché forse un po’ appannati dalle fatiche della stagione. I pretendenti alla vittoria finale erano in buona sostanza tre o quattro, ma gli outsider pericolosi non mancavano. Anche se poi, a conti fatti, di sorprese non se ne sono viste.

Niente sorprese perché Chris Froome (Team Sky) ha messo subito in chiaro su quali binari avrebbe condotto la sfida con i propri avversari. Sostenuto da una condizione atletica apparsa nettamente migliore rispetto al Tour de France, forte di una cronometro a lui amica (che infatti ha poi stravinto), con molte tappe dove capitalizzare un possibile vantaggio, anche se esiguo, il keniano bianco ha comandato facilmente questa Vuelta, indossando la maglia rossa di leader alla terza tappa, sulla salita di Andorra, e portandola fino alla 21esima, a Madrid.

I cinque “key-points” del successo di Froome
Nella cronosquadre di apertura, dominata dal pendolino della BMC, la Sky ha rifilato 8” all’Orica dei gemelli Yates e di Esteban Chaves, 22” alla Bahrain-Merida di Nibali, 24” alla Trek-Segafredo di Contador, 32” all’Astana di Fabio Aru. Sembra poco cosa, ma il vantaggio psicologico che ne deriva è notevole. Froome diventa battibile solo quando è costretto a inseguire e recuperare terreno.

Nella terza tappa, con arrivo in salita ad Andorra, Froome ha controllato tutti gli avversari, incamerando altri preziosi secondi. Lasciata la vittoria a Nibali, al termine della tappa Froome ha indossato la maglia di leader, anche se con vantaggi risicatissimi sui rivali diretti, poiché la Vuelta era solo all’inizio. Ma ciò ha ulteriormente rafforzato la convinzione del keniano bianco, che metteva tra lui e il 7° in classifica la bellezza di 38”, compiendo già la prima grossa selezione tra i pretendenti al titolo.

La prima delle due tappe vinte da Froome in questa Vuelta è stata la N.9, con arrivo in salita alla Cumbre del Sol. E lo ha fatto indossando la maglia rossa, ribadendo quindi la propria superiorità, e prima del giorno di riposo, nel quale si è potuto rilassare sul morbido cuscino di 36” di vantaggio su Esteban Chaves, 1’05” su Nicholas Roche (BMC) e 1’17” su Vincenzo Nibali. A quel punto, la Vuelta di Froome era già in una cassaforte che, per gli avversari, sarebbe stato molto difficile scassinare.

La seconda tappa siglata dal keniano bianco è stata naturalmente la cronometro individuale di Logroño, dominata con 29” su Wilco Kelderman (Team Sunweb) e 57” su un comunque più che positivo Vincenzo Nibali, che nella generale si portava al 2° posto, staccato di 1’58” da Froome. A quel punto il nome del vincitore sembrava già scritto.

Apparso in ottima condizione, Froome ha corso tutte le più insidiose frazioni della corsa iberica tenendo una condotta da ragioniere. Senza strafare, lo “smilzo” è riuscito quasi sempre a guadagnare preziosi secondi sui rivali, ritrovandosi alla fine con un capitale sostanzialmente inattaccabile. Arrembante nelle tappe N. 5, 8 e 18, un po’ in difficoltà nella 12esima, in cui è caduto due volte ma i suoi avversari non sono stati in grado di approfittarne, in perfetto controllo in tutte le altre, supportato da una squadra molto solida, bravo a replicare l’indomani agli attacchi portati da Nibali nella tappa N.17. Consistente, regolare, vincente.

Primo britannico ad aggiudicarsi la Vuelta, primo a riuscire nell’accoppiata con il Tour de France da quando la corsa spagnola si disputa ad Agosto, perché fino al 1995 si correva ad Aprile ed era il primo dei tre Grandi giri. Froome riscrive una pagina di storia del ciclismo, rinnovando il record dei campioni vincenti a Tour e Vuelta nel medesimo anno. Prima di lui, ci erano riusciti Jacques Anquetil nel 1963 e Bernard Hinault nel 1978. E se pensiamo che negli ultimi 5 anni Froome ha vinto 4 Tour de France e la Vuelta a España, è difficile non indicarlo come uno dei più grandi interpreti dei Grandi giri. Chissà se riusciremo a vederlo anche a una edizione della Corsa Rosa, competizione che ancora manca nella bacheca del keniano bianco.


Il “pistolero” fa centro e saluta
Alberto Contador (Trek-Segafredo) aveva dichiarato di chiudere la propria carriera professionistica al termine di questa Vuelta, facendo il possibile per vincerla, lui che comunque ha scritto il proprio nome nell’albo d’oro della corsa nel 2008, 2012 e 2014. Problemi di stomaco nella terza tappa lo estromettevano di fatto dalla lotta per il successo, ma il “pistolero” madrileno non si dava per vinto, e nonostante i minuti di distacco accumulati correva tutte le tappe attaccando a spron battuto, mandando in visibilio i tifosi. Se la grinta è ancora quella di un tempo, e forse anche più, lo smalto del fuoriclasse di Pinto è apparso un po’ appannato, le sue azioni ficcanti non possiedono più l’intensità e la continuità che gli hanno permesso di aggiudicarsi sul campo 9 Grandi Giri (3 Giri d’Italia, 3 Tour de France e 3 Vuelta a España) e innumerevoli successi di prestigio.

Contador è andato più volte vicino al successo di tappa. L’ha centrato in quella più difficile, epica, dell’Angliru, con pendenze da vertigine, ben superiori al 20%. Danzando musicalmente sui pedali, come nel suo inconfondibile stile, ha staccato tutti i suoi compagni di fuga proprio ai piedi della salita più temuta, trionfando in solitaria per 17” sulla coppia Sky Poels-Froome. Prima vittoria di Contador in questa stagione, nonché l’ultima in carriera. Senza la defaillance della terza tappa, il “pistolero” sarebbe certamente sul podio della Vuelta, anche se è difficile dire se al primo o secondo posto. Invece rimane giù, al quinto posto, a 27” dal terzo, occupato da Ilnur Zakarin (Team Katusha-Alpecin). A Contador non resta che consolarsi con lo sterminato affetto dei tifosi che lo hanno sempre amato e che sempre lo ricorderanno.

Classifica Generale
1) Christopher Froome (GBr) Team Sky
2) Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida
3) Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin
4) Wilco Kelderman (Ned) Team Sunweb
5) Alberto Contador (Spa) Trek-Segafredo
6) Wout Poels (Ned) Team Sky
7) Michael Woods (Can) Cannondale-Drapac
8) Miguel Angel Lopez (Col) Astana Pro Team
9) Steven Kruijswijk (Ned) Team Lotto NL-Jumbo
10) Tejay van Garderen (USA) BMC Racing Team
11) Johan Esteban Chaves (Col) Orica-Scott
12) Louis Meintjes (RSA) UAE Team Emirates
13) Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team
14) Nicolas Roche (Irl) BMC Racing Team
15) Sergio Pardilla (Spa) Caja Rural-Seguros RGA
16) Mikel Nieve Ituralde (Spa) Team Sky
17) Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale
18) Daniel Moreno Fernandez (Spa) Movistar Team
19) Sander Armee (Bel) Lotto Soudal
20) Darwin Atapuma (Col) UAE Team Emirates
Time
82:30:02
00:02:15
00:02:51
00:03:15
00:03:18
00:06:59
00:08:27
00:09:13
00:11:18
00:15:50
00:16:46
00:17:41
00:21:41
00:22:00
00:22:59
00:28:00
00:31:21
00:42:16
00:59:01
01:02:58

Sul podio di Madrid, assieme a un Chris Froome “pigliatutto” o quasi (sua anche la maglia verde della Classifica a Punti e quella bianca della Classifica Combinata) troviamo il nostro Vincenzo Nibali, sempre molto consistente ma non abbastanza incisivo per rovinare i piani del britannico, e un rimarchevole Ilnur Zakarin, che ha corso una Vuelta in rimonta, senza errori né sbavature, con una prova a cronometro sopra i suoi standard (4° a 59” da Froome). Per l’allampanato russo, la cui somiglianza con il personaggio Shaggy di Scooby-Doo è innegabile, si tratta del primo podio in carriera in un Grande giro. E potrebbe non essere l’ultimo.

L’Italia del pedale si consola con il secondo posto di Nibali ma anche con la maglia a pois degli scalatori conquistata da Davide Villella (Cannondale-Drapac) e con le quattro tappe conquistate da Matteo Trentin (Quick-Step Floors). Tra le squadre si è imposta la Astana davanti alla Movistar e al Team Sky.


– Sito web ufficiale Vuelta a España


Articolo a cura di Roberto Chiappa

Foto: © Bettini photo – © TDW Sport – © Getty Images Sport

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*