UCI, squadre Pro’ e licenze traballanti

Team Astana con problemi di doping, Europcar con quelli di bilancio, Cult Energy senza co-sponsor, Neri-Alè sospesa per un anno dal MPCC. Quattro squadre sotto la lente UCI, che prima di assegnare le licenze 2015 vuole vederci chiaro nel polverone sollevatosi recentemente.

Se il Team IAM Cycling, formazione elvetica fondata due anni fa, nel 2015 entrerà per la prima volta nel novero delle squadre ciclistiche con licenza World Tour, ce ne sono due che rischiano di non ottenere il salvacondotto per la massima serie.

Il Team Astana di Alexander Vinokourov, che nella propria collana di atleti ha due perle come Vincenzo Nibali e Fabio Aru, è finito nell’occhio del ciclone per una serie di casi di doping che hanno destato più di un semplice sospetto. Con due atleti del Team Astana Professional positivi all’EPO (i fratelli kazaki Valentin e Maxim Iglinskiy) e tre giovani Under23 appartenenti al Team Astana Continental positivi a steroidi anabolizzanti (i kazaki llya Davidenok, Victor Okishev e Artur Fedosseyev), la squadra kazaka si è trovata in un vortice di illazioni e dubbi sui quali l’UCI vuole assolutamente fare chiarezza. E la posta in gioco vale il rinnovo della licenza World Tour.

Casi isolati o doping sistematico?
Il primo episodio di positività risale al 10 settembre, quando Valentin Iglinskiy veniva sospeso a causa di tracce di EPO riscontrate in un suo prelievo effettuato l’11 agosto in occasione dell’Eneco Tour. Quasi scontato pensare a uno dei tanti casi sporadici.

Tre settimane dopo, esattamente il 1 ottobre, nella rete antidoping finiva il fratello Maxim Iglinskiy, anch’egli con EPO nel sangue, riscontrata a un controllo datato 1 agosto, subito dopo il Tour de France. Sospensione immediata e licenziamento dalla squadra anche per lui. Più che a un altro caso isolato, si iniziò a pensare a un affare di famiglia.


I due fratelli Iglinskiy, a sinistra Valentin e nella foto a destra il più noto Maxim

Chiusa la parentesi doping nell’ambito della squadra Astana Professional, il 17 ottobre si apriva quella più interrogativa della squadra Astana Continental, la formazione degli Under23, composta da 20 atleti dei quali 18 di nazionalità kazaka. Il primo a essere pizzicato con uno steroide anabolizzante era llya Davidenok, a seguito di un controllo in occasione del Tour de l’Avenir di agosto.

Circa un mese dopo, il 19 novembre, è il turno del suo compagno Victor Okishev, con il medesimo steroide androginico in corpo, trovatogli durante i Campionati Nazionali Asiatici del 29 maggio.

Il terzo episodio, la classica goccia che faceva traboccare il vaso, è datato 27 novembre e porta il nome di Artur Fedosseyev, smascherato grazie a un controllo del 16 agosto al Tour de l’Ain. E anche per lui si trattava del medesimo steroide anabolizzante.


llya Davidenok, Victor Okishev e Artur Fedosseyev

Se per i fratelli Iglinskiy si poteva supporre un feuilleton famigliare a base di EPO procuratasi individualmente, per i tre kazaki della compagine Astana Continental sorgevano perplessità circa un doping sistematico, praticato con sostanze scientificamente misurate sotto la supervisione di medici e dirigenti della squadra. Apriti cielo…

Le mosse dell’Astana
Vinokourov andava su tutte le furie. Il giorno stesso della riscontrata positività di Fedosseyev, “Vino” prendeva la decisione di sospendere il Team Astana Continental, licenziando anche il general manager Dmitri Sedoun (che pure dirigeva parzialmente anche la formazione Professional di Nibali & Co).

Vinokourov inveiva poi aspramente contro la Federazione Ciclistica kazaka, invitandola caldamente a effettuare controlli antidoping più intensi e mirati perché, secondo lui, “il ciclismo è cambiato”.. La stessa Federciclo kazaka vedeva quindi rassegnare le dimissioni del proprio presidente Kairat Kelimbetov, che passava l’incarico a Darkan Mangeldiev, amico di Vinokourov. Tutto a posto? Nemmeno per sogno.

A gettare ulteriore benzina sul fuoco l’inchiesta di Padova sulle frequentazioni del discusso Dott. Michele Ferrari, inibito a vita, al quale è attribuito un giro di sostanze dopanti che avrebbe visto coinvolti in passato circa 20 atleti, tra i quali proprio il patron Astana Vinokourov (che ricordiamo squalificato nel 2007 per emotrasfusione) ed Enrico Gasparotto, atleta tuttora in forza alla squadra kazaka.

Le possibili decisioni UCI
Il frastuono in casa Astana giungeva fino al Lago di Ginevra, sponda UCI, dove il “number one” Brian Cookson e i suoi commissari vogliono ora giustamente avere garanzie circa la correttezza di comportamento del team kazako. Licenza World Tour Astana sospesa in attesa di giudizio, che presumibilmente sarà diramato il 9 o al più tardi il 10 dicembre.

Se l’Astana non dovesse ricevere la convalida della licenza World Tour, potrebbe ricorrere al TAS (Tribunale Arbitrale Sportivo) di Losanna, come già fece la Katusha nel 2012 con esiti positivi. Il precedente è incoraggiante, ma in caso di giudizio negativo del TAS la squadra kazaka scivolerebbe tra le formazioni Continental, perdendo i diritti (e i doveri) di partecipazione alle competizioni più titolate, come i Grandi Giri e le Classiche di categoria HC. Le servirebbero dunque gli inviti, e sarebbe costretta a rivedere radicalmente il proprio calendario agonistico. Ma quel che è peggio, in tal caso, sarebbe lo scioglimento del vincolo contrattuale dei suoi corridori professionisti, che si troverebbero liberi di accettare offerte da parte di altre squadre. Una doppia mazzata, insomma.

Lo scenario è quello peggiore ipotizzabile, ma personalmente lo riteniamo surreale, lontano da ciò che effettivamente si verificherà tra pochi giorni. Siano dell’opinione che l’UCI comminerà una multa all’Astana, magari anche bella salata, ammettendola al World Tour con riserva – al seguente caso di doping scatterebbe automaticamente la sospensione dal circuito professionistico – e, ipotesi non del tutto astratta, assegnandole una penalizzazione in termini di punti nel ranking UCI dei team. Ma la licenza World Tour sarebbe salva, e con essa la facoltà di partecipare al più alto grado di competizioni.

Le altre squadre
Può sembrare un paradosso, ma chi rischia maggiormente di non entrare in possesso della licenza World Tour 2015 è il Team Europcar. Pochi giorni fa, il team manager francese Jean-René Bernaudeau ha ammesso di essere ancora alla ricerca di circa il 5% del budget annuale per potere affrontare una stagione World Tour. Può sembrare poca cosa, ma con i bilanci multimilionari delle squadre significa che nelle casse del team transalpino mancano come minimo 500mila euro. E con il main sponsor in scadenza a fine 2015, il futuro appare molto meno verde del colore della maglia indossata dalla squadra. Anche per la Europcar si attende la decisione UCI nei prossimi giorni. In caso di parere negativo, si aprirebbero le porte del purgatorio Continental.

E proprio alla divisione Continental appartengono le altre due squadre ancora in attesa di ricevere la licenza UCI. La prima è la neonata danese Cult Energy Pro Cycling, che si è vista costretta a troncare il rapporto con il proprio team manager Christian Weyland, co-sponsor della squadra. Il proprietario Cult Energy, Brian Sørensen, ha immediatamente affidato le redini sportive a Christa Skelde, ma è ancora alla ricerca di un supporto finanziario che possa colmare il “budget gap” venutosi a creare. Situazione simile alla Eurpocar, ma con entità decisamente minore.

Acque agitate anche quelle in cui si trova la Yellow Fluo – Neri Sottoli del general manager Angelo Citracca e del DS Luca Scinto, sospesa dal MPCC (Movimento Per un Ciclismo Credibile) fino al 1 ottobre 2015 a causa del mancato rispetto delle regole del movimento. Aggiungendo i casi di doping del passato – Danilo Di Luca e Mauro Santambrogio – e il deferimento della squadra da parte della FCI per la vicenda dei permessi di soggiorno e dei presunti clandestini all’ultimo Giro d’Italia – procedura tuttavia archiviata poiché ritenuta la FCI non competente in materia – il quadro che si dipinge non è certo dei più brillanti. Con queste premesse, la Yellow Fluo potrebbe faticare più del previsto per ottenere la licenza UCI e soprattutto per procacciarsi gli inviti alle gare che contano. E avere poca visibilità, in questi ambiti, equivale a perdere un mucchio di soldi derivanti dalle sponsorizzazioni.

I 16+2 team World Tour 2015
Ag2r La Mondiale (FRA), BMC Racing Team (USA), Cannondale-Garmin (USA), Etixx-QuickStep (BEL), FDJ (FRA), Giant-Alpecin (GER), IAM Cycling (SUI), Katusha (RUS), Lampre-Merida (ITA), Lotto Soudal (BEL), Movistar (ESP), Orica GreenEdge (AUS), Team Sky (GBR), Team Lotto NL-Jumbo (NED), Tinkoff Saxo (RUS), Trek Factory Racing (USA). In attesa: Astana Pro Team (KAZ), Team Europcar (FRA).

I 19+2 team Continental 2015
Androni Giocattoli (ITA), Bardiani CSF (ITA), Bora-Argon 18 (GER), Bretagne-Seche Environnement (FRA), Caja Rural-Seguros Rga (ESP), CCC Sprandi Polkowice (POL), Cofidis, Solutions Credits (FRA), Colombia (COL), Drapac Professional Cycling (AUS), MTN-Qhubeka (RSA), Nippo-Vini Fantini (ITA), Team Roompot (NED), Rusvelo (RUS), Team Novo Nordisk (USA), Topsport Vlaanderen-Baloise (BEL), UnitedHealthcare (USA), Wanty-Groupe Gobert (BEL). In attesa: Cult Energy Pro Cycling (DEN), Yellow Fluo (ITA).


Articolo a cura di Roberto Chiappa

Foto: © Bettini photo – © TDW Sport – © A.S.O

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