Tour de Romandie, il padrone è ancora Chris Froome

L’inglese, molto consistente durante tutto questo Romandia, bissa il successo 2013 con una impeccabile crono finale, vinta per 84/100 su Tony Martin. Michael Albasini mette a segno il record di tappe conquistate. Italia aggrappata ancora una volta al solo Vincenzo Nibali.

La premiazione finale di questo 68esimo Tour de Romandie somiglia a un remake cinematografico. Stesso protagonista dell’anno scorso, Chris Froome, stessi colori – maglia gialla del Romandia con lo spot del Team Sky. Un Tour, quello dell’inglese, condotto saggiamente, senza acuti particolari se non quello della magistrale crono finale di 18.5 km, in cui ha avuto la meglio sul tre volte campione mondiale di specialità Tony Martin. E chi si domandava quale potesse essere lo stato di forma del keniano bianco dopo i recenti acciacchi fisici che lo avevano tenuto lontano dalle competizioni, ha trovato in questo Romandia le risposte che cercava. E’ ancora maledettamente veloce e consistente. E in chiave Tour de France, che inizierà fra due mesi esatti, è un chiaro segnale per i tanti sfidanti che si daranno battaglia sulle strade francesi.


Chris Froome nel corso della cronometro finale a Neuchâtel

Froome ha costruito il successo al Romandia sulla regolarità dei piazzamenti. Tredicesimo nel breve cronoprologo, ma a soli 9” dal vincitore Michal Kwiatkowski (Omega Pharma-Quick-Step), 26esimo nella prima tappa – ridotta a 89 km rispetto ai 203 previsti causa neve sul Passo Sempione – con soli 4” da Michael Albasini (Team Orica GreenEdge), decimo nella terza tappa, con lo stesso tempo del vincitore Albasini. Poi secondo nella quarta, battuto in volata dallo sloveno Simon Spilak (Team Katusha), e 16esimo nella quinta frazione, a 9” da Albasini. Fino alla vittoria della quinta tappa, la cronometro di Neuchâtel. Considerato che il vincitore del Romandia degli ultimi tre anni si è poi portato a casa l’ambitissimo Tour de France (2011 Cadel Evans, 2012 Bradley Wiggins, 2013 Chris Froome), possiamo affermare che l’inglese può dormire sonni piuttosto tranquilli.

Chi tra gli altri si è messo in luce in questo Tour de Romandie è lo svizzero Michal Albasini, che ha fatto segnare il record di vittorie, ben tre, praticamente la metà di quelle disputate, considerato il prologo iniziale e le successive cinque. Dominatore della prima, della seconda e della quarta, è naufragato nella terza impegnativa tappa, Le Bouveret – Aigle di 180 km, in cui ha preso addirittura 40’ dal giovane sloveno Simon Spilak, eroe di giornata e conquistatore della maglia gialla di leader, che ha tenuto fino a Neuchâtel, dove l’ha consegnata sul podio finale al vincitore Chris Froome. Il 28enne sloveno è comunque in possesso di buone qualità, siamo certi che lo rivedremo ancora battagliare in tante altre importanti gare, Tour de France incluso.


Simon Spilak (Team Katusha), vincitore della tappa N.3 allo sprint su Chris Froome

Sul terzo gradino del podio della classifica generale ritroviamo la maglia iridata del portoghese Alberto Rui Costa (Lampre-Merida), che in questo Romandia sembra essere riuscito a scrollarsi di dosso la maledizione della maglia mondiale, portatrice di sfortuna a chi la indossa. Non sarà al via del Giro d’Italia, ma speriamo di ritrovarlo tra i protagonisti al Tour de France.

L’Italia del pedale, ancora una volta, si è dimostrata deboluccia. Il quinto posto finale di Vincenzo Nibali (Team Astana), a 1’48” da Froome, non può essere classificato come positivo. Il siciliano in questo Romandia è apparso sempre un po’ imballato e incapace di cambiare ritmo, probabilmente a causa dei carichi di lavoro recentemente effettuati a Tenerife. Non difenderà il proprio titolo al Giro d’Italia ma punterà sul Tour de France. E noi tutti ci auguriamo che in questi due mesi possa ritornare al top della condizione.

Per trovare un altro italiano in classifica occorre scendere fino al 41esimo posto, occupato da un opaco Ivan Basso (Team Cannondale) a 17’48”. Lui sì andrà al Giro d’Italia, ma nella valigia che sta preparando con destinazione Belfast dovrà metterci anche tanti punti di domanda, sperando di trovare le risposte cammin facendo.

Altro atleta Cannondale apparso in ombra al Romandia è Moreno Moser, forse più per scarsa convinzione che non per scarsa condizione. Staremo a vedere se le strade amiche del Giro potranno rinvigorire il giovane trentino, la cui stagione è stata fin qui un po’ deludente.

Chi invece non ha deluso è il Campione del Mondo MTB Nino Schurter (Team Orica-GreenEdge), alla sua prima apparizione tra i professionisti della specialissima stradale. Quarantaduesimo in Classifica Generale, a 2″ da Ivan basso, lo svizzero ha pagato la poca confidenza con la bici da cronometro, ma in tutte le altre tappe ha messo in mostra un potenziale notevole, e i suoi margini di crescita sono indubbiamente elevati. Lo rivedremo ancora in azione al Tour de Suisse.

Link alle Classifiche del Tour de Romandie


Articolo a cura di Roberto Chiappa

Foto: TDWSport

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