Tour de France, uno Squalo nella Storia

Vincenzo Nibali, lo “Squalo dello Stretto”, si aggiudica meritatamente la 101esima edizione della Grande Boucle, dominando su ogni terreno e su tutte le catene montuose attraversate. Con lui l’Italia, 16 anni dopo Marco Pantani, torna sul gradino più alto del prestigioso podio parigino.

La vittoria era nell’aria. Non solo in quella frizzante, pungente, delle cime alpine o pirenaiche, o in quella più carica di umidità dei Vosgi. La vittoria di Vincenzo Nibali si poteva già fiutare tra le sottili sfumature nebbiose di Sheffiled, capitale britannica dell’acciaio. Tappa numero 2 di questo Tour de France. Un mossa, quella di Nibali a 1.5 km dal traguardo, che spiazzava la concorrenza dei due più accreditati concorrenti alla vittoria finale, Chris Froome (Team Sky) e Alberto Contador (Tinkoff Saxo), trovatisi già coinvolti loro malgrado nella “caccia allo Squalo”.

Seconda tappa, Vincenzo Nibali precede tutti sul traguardo di Sheffield, conquistando la Maglia Gialla

Seconda tappa, Vincenzo Nibali precede tutti sul traguardo di Sheffield, conquistando la Maglia Gialla

Noi avevamo ipotizzato una tattica di attacco anticipato da parte di Nibali, anche se ce la saremmo attesa laddove fossero iniziate le prime vere salite, cioè sui Vosgi. Invece il campione messinese ha scoperto le proprie carte alla prima occasione utile. Segno di grande sicurezza nei propri mezzi.
Che Nibali fosse in possesso di ottime credenziali per la corona finale lo si capiva nella tappa N.5, da Ypres ad Aremberg, nella quale si assisteva alla eccellente performance di Vincenzo sul pavé, dove pur giungendo terzo impartiva lezioni di guida anche a uno specialista come Fabian Cancellara, e al contemporaneo, sfortunato ritiro per caduta di Chris Froome.

Nibali eroe e professore sul pavé

Nibali eroe e professore sul pavé

Altre cinque tappe, e il Tour perdeva il secondo grosso calibro. Alberto Contador cadeva nel corso della tappa da Mulhouse a La Planche des Belles Filles, sui Vosgi, ed era costretto a dare forfait con una piccola frattura alla tibia, che avrebbe richiesto in seguito un intervento chirurgico.
Senza Froome e Contador, lo “Squalo dello Stretto” rimaneva l’unico grande favorito al trono. E Vincenzo indossava volentieri i panni del protagonista, regalando performance atletiche in salita che conquistavano anche l’esigente pubblico francese. Terza vittoria di Nibali alla 14esima tappa, sul traguardo alpino di Chamrousse, il 18 luglio, anniversario dei 100 anni della nascita di Gino Bartali e della scomparsa di Fabio Casartelli.

Terza vittoria di Nibali, sul traguardo di Chamrousse, il 18 luglio, anniversario dei 100 anni della nascita di Gino Bartali e della scomparsa di Fabio Casartelli

Terza vittoria di Nibali, sul traguardo di Chamrousse, il 18 luglio, anniversario dei 100 anni della nascita di Gino Bartali e della scomparsa di Fabio Casartelli

Quarto sigillo sull’Hautacam, 18esima tappa, anche questa con arrivo in solitaria.
Tutte vittorie conquistate con merito, senza mai però umiliare gli avversari. Davvero bravo, Nibali, nel saper dosare la propria forza e la manifesta superiorità senza eccessi. Qualità non comune.

Vincenzo Nibali imperatore sull'Hautacam, teatro della 18esima tappa

Vincenzo Nibali imperatore sull’Hautacam, teatro della 18esima tappa

Lo Squalo entra cosi nella storia del Tour de France e in quella delle grandi corse a tappe, essendo uno dei sei “mostri sacri” capaci di vincere tutti e tre i Grandi Giri (Giro d’Italia, Tour de France, Vuelta a Espana). Nibali, con la sua vittoria alla Vuelta 2010, al Giro d’Italia 2013 e all’attuale Tour, si aggiunge dunque a Jacques Anquetil, Felice Gimondi, Eddy Merckx, Bernard Hinault e Alberto Contador. E scusate se è poco.


Le quattro maglie del Tour: Rafal Majka, Thibaut Pinot, Vincenzo Nibali e Peter Sagan

Gli altri vincitori
Il Tour de France non è solo maglia gialla, logicamente le più ambita, ma anche tanto altro.

La maglia verde della classifica a punti, per il terzo anno consecutivo, è andata allo slovacco Peter Sagan (Cannondale), che l’ha indossata in pratica fin dal km zero. Sempre ottimamente piazzato in tutte le tappe, gli è mancato l’acuto vincente su alcune “finish line”, spesso a causa di tattiche finali di gara piuttosto approssimative. Resta sempre uno dei beniamini più applauditi dal pubblico.

La maglia a pois dei “grimpeur” gode sempre di grande fascino al Tour. Questa volta lo scalatore più forte si è dimostrato il giovane polacco Rafal Majka (Tinkoff-Saxo), che in verità il Tour non lo aveva nemmeno preparato. Convocato la settimana precedente per sostituire lo squalificato Roman Kreuziger e partito con consegne di gregariato in favore di Contador,nella seconda metà del Tour si è trovato libero da vincoli di squadra e ha potuto scatenare la sua verve agonistica, che avevamo già avuto modo di apprezzare al Giro d’Italia. Per lui due splendide vittorie di tappa, naturalmente in salita. Questo ragazzo non ancora 25enne è un bel talento, siamo certi che lo rivedremo ancora sul podio dei prossimi Giri.

Il miglior giovane di questo Tour de France, premiato come sempre con la maglia bianca è il francese Thibaut Pinot (FDJ.fr), che ha concluso al terzo posto assoluto. Classe 1990, è uno dei corridori più interessanti osservati al Tour, sul quale la Francia farebbe bene a puntare per il futuro.

Al Tour de France è previsto anche il premio per il corridore che ha dimostrato maggiore combattività in gara. Ad aggiudicarsi il titolo di Super combattivo è il nostro Alessandro De Marchi (Cannondale), e non possiamo che essere pienamente d’accordo con la giuria francese. Il “rosso di Buja” ha infiammato quotidianamente il pubblico con esaltanti fughe da lontano, capaci di accendere gli animi degli spettatori come non si vedeva da tempo. Applausi.

La classifica dei Team è stata appannaggio della AG2R La Mondiale, capace di vincere una tappa con il giovane Romain Bardet (da tenere d’occhio anche lui, ha stoffa) e di piazzare Jean-Christophe Peraud sul secondo gradino del podio.

Ed erano trent’anni, precisamente dal 1984, che due corridori francesi non salivano sul podio degli Champs-Élysées. Allora furono Laurent Fignon, vincitore, e Bernard Hinault, secondo. Questa volta Pinot e Peraud sono riusciti a rompere anche il digiuno del podio dei francesi che durava dal 1997, quando Richard Virenque giunse terzo.

Tutte le classifiche del Tour de France.


Articolo a cura di Roberto Chiappa

Foto: Bettini photo, AP, La Presse

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