MTB Downhill, prototipi Scott e Lapierre

Con la World Cup DH ferma ancora per quattro settimane, è il campionato inglese British Downhill Series a calamitare l’attenzione di riders e Case ciclistiche. Sul tracciato di Fort William si è vista una nuova Scott Gambler e una celata Lapierre con probabile controllo elettronico delle sospensioni.


Scott_Gambler_DH_prototype

La Scott Gambler di Brendan Fairclough potrebbe sembrare a prima vista molto simile al modello attuale, ma a un esame più attento si nota che l’attacco dell’ammortizzatore è stato ridisegnato, posizionandolo più in basso, con rivisitazione dei biellismi del meccanismo “Floating Linkage”.
Potrebbe anche essere diminuita un pochino l’escursione, cosa ragionevole viste le ruote da 27.5”.


La Scott Gambler prototipo (a sinistra) comparata con quella attuale (a destra)


Lapierre_DH_mtbike_prototype

Se la Scott Gambler può già considerarsi un modello pre-serie, la Lapierre di Emmeline Ragot e Loic Bruni è ancora in fase di sperimentazione, come dimostra l’ampia nastratura attuata per mascherare ciò che è e probabilmente che sarà, ma che si può intuire da alcuni dettagli esteriori.
Le ruote sono da 27.5”, come sul prototipo utilizzato da Sam Blenkinsop ai Campionati neozelandesi, ma l’ammortizzatore è posizionato molto più in basso e sembra proprio diverso anche il cinematismo, di tipo “four-bar” anziché “Pendbox” attualmente in uso. Il carro posteriore è in carbonio, coperto anch’esso da scotch americano. Può darsi che anche il triangolo anteriore possa essere realizzato nel medesimo materiale.

Ciò che colpisce maggiormente a seguito di un’analisi più attenta di questa Lapierre è l’insieme dei fili che fuoriesce da forcella e ammortizzatore Rock Shox, fili collegati a un piccolo computer e a uno switch sul lato sinistro del manubrio. Non è difficile immaginare che si possa trattare di un sistema di controllo elettronico delle sospensioni, supportato da un accelerometro e vari sensori che misurando gli impatti con il terreno regolino di conseguenza la risposta elastica di entrambe le unità ammortizzanti. Vedremo come si evolverà il progetto…


Articolo a cura di Roberto Chiappa

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