Giro d’Italia “Hall of Fame”, è l’ora di “Miguelon” Indurain

Il campione navarro ha ricevuto ieri a Milano, presso il Teatro Gerolamo, il Trofeo Senza Fine, che celebra la sua indimenticabile doppietta al Giro d’Italia (1992 e 1993). Ma nei suoi 13 anni di carriera professionistica ha vinto anche 5 Tour de France consecutivi, un Mondiale e una Olimpiade a cronometro. Un gigante.


Nella suggestiva cornice del Teatro Gerolamo, piccola autentica bomboniera artistica milanese, è stato assegnato per la settima volta il Trofeo Senza Fine del Giro d’Italia. Nel 2012 lo ricevette Eddy Merckx, nel 2013 Felice Gimondi, nel 2014 Stephen Roche, nel 2015 Francesco Moser, nel 2016 Ercole Baldini, nel 2017 Bernard Hinault. Quest’anno è toccato a Miguel Indurain alzare il trofeo al cielo. Meritatissimo, come le sue due vittorie al Giro d’Italia, nel 1992 e 1993.

Indurain ha scolpito con la sua classe gli anni ’90 del ciclismo, dominando grazie alle sue doti di cronoman e passista-scalatore, alle sue straordinarie qualità fisiche, con un cuore bradicardico (29 bpm a riposo) e una capacità polmonare di quasi 8 litri. Nato nel Luglio 1964 a Villava, nella regione della Navarra, iniziò da ragazzino con il calcio e soprattutto l’atletica, prima di passare all’età di 11 anni al ciclismo. Prima gara a 12 anni, in sella a una Alfa, di colore verde, secondo classificato. Seconda gara, prima vittoria. In premio, una medaglia, un panino e un’aranciata. Da quel giorno, Indurain vinse tutte le gare da giovanissimo alle quali prese parte, proseguendo poi nelle categorie juniores. Professionista dal 1984 con la Reynolds di José Miguel Echavarri, passò nel 1990 alla Banesto, squadra con la quale colse tutti i suoi successi fino al termine della propria carriera, stagione 1996.

Nel 1991 il suo primo trionfo al Tour de France, sul podio con Gianni Bugno e Claudio Chiappucci, suo grande rivale alla Boucle. Poi di due Giri d’Italia, 1992 all’esordio nella Corsa Rosa e 1993, mentre nel 1994 arrivò terzo dietro Berzin e Pantani. Indurain fu il primo spagnolo a vincere il Giro, dopo di lui ci riuscì solo Alberto Contador. Nei suoi tre Giri d’Italia, Indurain vanta 29 giorni in Maglia Rosa e 4 vittorie di tappa, tutte a cronometro. Il 1992 e 1993 sono anche gli anni della sua accoppiata Giro-Tour, impresa riuscita a pochi prima di lui e, dopo, solo a Marco Pantani nel 1998.

Indurain vincerà anche le edizioni 1994 e 1995 della Grande Boucle, inanellando così 5 Tour consecutivi, primo nella storia della corsa francese e ancora imbattuto in questa lunga sequenza, escludendo i 7 Tour di Lance Armstrong dal 1999 al 2005. Dal 1991 al 1995, “Miguelon” mette a segno 60 giorni in maglia Gialla, conquistando 12 vittorie di tappa.

Nel suo palmares brillano anche l’oro olimpico a cronometro di Atlanta 1996, l’oro Mondiale a cronometro del 1995 a Duitama (COL), dove vincerà anche l’argento nella prova in linea, l’argento in linea dei Mondiali di Oslo 1993 e il bronzo in linea dei Mondiali di Stoccarda 1991.

L’unica giornata storta della sua carriera, Indurain la conobbe al Giro del 1994, nella tappa Merano-Aprica, in ci andò in crisi di fame sul S.Cristina e dovette inchinarsi a un immenso Marco Pantani, eroe di giornata e anche degli anni a venire. Al termine della stagione 1996, Indurain si ritirò dal ciclismo professionistico per dedicarsi alla famiglia. Oggi “Miguelon” è uno dei simboli di Pamplona, ambasciatore della Navarra, una vera icona del Giro e del ciclismo.


— FOTOGALLERY —


Pier Bergonzi mentre intervista Miguel Indurain


Qui assieme a Claudio Chiappucci, grande rivale di Indurain


…e con Maurizio Fondriest, uno dei pochi ad avere battuto Indurain a cronometro, a un prologo del Tour de France


Con Mauro Vegni (direttore del Giro d’Italia) e Andrea Monti (direttore della Gazzetta dello Sport)


Il momento della premiazione









— Video —

Le sequenze video con la presentazione del campione navarro, l’intervista condotta da Pier Bergonzi (vice-direttore della Gazzetta dello Sport) e infine la premiazione con l’assegnazione del Trofeo Senza Fine a Miguel Indurain.








Articolo e video a cura di Roberto Chiappa

Foto: © Tech-Cycling (Sergio Doria) – © LaPresse

1 Commento

  1. Mauro Di Fabrizio

    INDURAIN: Campione indissolubile!

    Mauro Di Fabrizio

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